Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Storia del movimento operaio

Dieci giorni che sconvolsero il mondo

ottobre-17

Dieci giorni che sconvolsero il mondo

John Reed

[…] Il Con­gres­so (pan­rus­so dei Soviet) dove­va riu­nir­si all’una e la gran­de sala riu­nio­ni già da un bel pez­zo era pie­na, ma alle set­te il pre­si­dium non si era anco­ra fat­to vede­re … I grup­pi bol­sce­vi­co e socia­li­sta rivo­lu­zio­na­rio di sini­stra era­no in riu­nio­ne nel­le rispet­ti­ve sale. Per tut­to il pome­rig­gio Lenin e Tro­tsky ave­va­no lot­ta­to con­tro le ten­den­ze al com­pro­mes­so. Una par­te con­si­de­re­vo­le dei bol­sce­vi­chi era dell’opinione di far con­ces­sio­ni e ricrea­re un gover­no di coa­li­zio­ne tut­to for­ma­to da socia­li­sti […] Lenin inve­ce, e Tro­tsky a fian­co a lui, rima­ne­va fer­mo come una roccia […]
Era­no le otto e qua­ran­ta quan­do una tem­pe­sta di applau­si annun­ciò l’ingresso del pre­si­dium, con Lenin, il gran­de Lenin. Pic­co­lo e tar­chia­to, con una gros­sa testa cal­va diret­ta­men­te attac­ca­ta alle spal­le, gli occhi pic­co­li, il naso camu­so, la boc­ca lar­ga e gene­ro­sa e il men­to pesan­te. Era com­ple­ta­men­te rasa­to ma la sua famo­sa bar­ba sta­va rico­min­cian­do a cre­sce­re. Indos­sa­va degli abi­ti con­sun­ti, i cal­zo­ni era­no trop­po lun­ghi. Nient’affatto adat­to per esse­re l’idolo del­la fol­la, fu ama­to e vene­ra­to come pochi capi nel­la sto­ria lo sono sta­ti. Uno stra­no capo popo­la­re, capo per le sue sole doti intel­let­tua­li. Inco­lo­re, pri­vo di umo­ri­smo, intran­si­gen­te e distac­ca­to, sen­za idio­sin­cra­sie pit­to­re­sche – ma dota­to del­la capa­ci­tà di spie­ga­re idee pro­fon­de in ter­mi­ni sem­pli­ci, di ana­liz­za­re le situa­zio­ni con­cre­te. Il tut­to com­bi­na­to con l’acutezza e con una gran­dis­si­ma auda­cia intellettuale.
Kame­nev sta­va leg­gen­do il rap­por­to sull’attività del Comi­ta­to mili­ta­re rivo­lu­zio­na­rio […] Segui­ro­no altri oratori […]
Infi­ne fu il tur­no di Lenin, che si affer­ra­va al para­pet­to del­la tri­bu­na, muo­ven­do sugli astan­ti i pic­co­li occhi soc­chiu­si, fer­mo, in atte­sa, appa­ren­te­men­te insen­si­bi­le alla lun­ga ova­zio­ne, che si pro­lun­gò per diver­si minu­ti. Quan­do fu fini­ta dis­se sem­pli­ce­men­te: «Ades­so pas­sia­mo all’edificazione dell’ordine socia­li­sta!».