Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Economia, Lotta di classe

Risposta a Mario Draghi (Junior)

Il simbolico “assalto” a Mario Draghi nel 2015 (Foto Daniel Roland/AFP/Getty Images)

Ripren­dia­mo dal sito web “Il pun­go­lo rossol’ar­ti­co­lo che pub­bli­chia­mo di seguito.
Il testo dà un’ap­pro­pria­ta let­tu­ra di clas­se alle poli­ti­che eco­no­mi­co-finan­zia­rie patro­ci­na­te dal­l’ex pre­si­den­te del­la Ban­ca cen­tra­le euro­pea (Bce), Mario Dra­ghi per far fron­te alla cri­si eco­no­mi­ca che, dopo un decen­nio di cre­sci­ta debo­le a livel­lo mon­dia­le (qua­si una semi-sta­gna­zio­ne), si è aggra­va­ta con la pan­de­mia da Covid-19. E la rispo­sta a que­ste poli­ti­che, pur non con­di­vi­den­do la pro­po­sta del­la c.d. “patri­mo­nia­le”, non può che esse­re quel­la avan­za­ta nel­l’ar­ti­co­lo che pre­sen­tia­mo ai nostri let­to­ri: l’en­tra­ta in sce­na del­la clas­se lavo­ra­tri­ce con i suoi meto­di di lotta.
L’u­ni­ca solu­zio­ne, cioè, per risol­ve­re tut­ti i pro­ble­mi cau­sa­ti dal putri­do siste­ma capitalistico.
Buo­na lettura.
La redazione

Risposta a Mario Draghi (Junior)

 

Mario Dra­ghi è Mario Dra­ghi. Il ban­chie­re dei ban­chie­ri. Anzi: il super‑banchiere dei super‑banchieri. L’Italiano più ascol­ta­to nel mon­do. Super‑Mario, lo chia­ma­no i diret­to­ri dei prin­ci­pa­li quo­ti­dia­ni, uno più lec­chi­no degli altri ver­so di Lui. Tut­ti nel­le alte sfe­re aspet­ta­va­no che parlasse.
Lui, infi­ne, ha par­la­to. Non in ita­lia­no, ovvio. In ingle­se sul Finan­cial Times, l’organo euro­peo dei pesce­ca­ni del capi­ta­le glo­ba­le. Le sue paro­le, la pro­spet­ti­va che trac­cia, non riguar­da­no solo l’Italia. L’uomo non può abbas­sar­si al livel­lo di un Sal­vi­ni o di un Di Maio qual­sia­si. È sta­to capo del­la BCE, e tra i super‑boss di Gold­man Sachs. Il suo cv met­te in sog­ge­zio­ne solo a scor­rer­lo sui gior­na­li. Spe­cie a un gio­va­ne come me.
Vedia­mo cos’ha det­to per affer­ra­re cosa si nascon­de die­tro la dichia­ra­zio­ne di “guer­ra con­tro il Covid‑19”. Qua­le altro tipo di guer­ra socia­le. E con­tro qua­le altro tipo di virus.
La par­ten­za è sec­ca: «È ine­vi­ta­bi­le una pro­fon­da reces­sio­ne». Ine­vi­ta­bi­le, come fos­se un even­to natu­ra­le. Una vol­ta assun­ta que­sta “ine­vi­ta­bi­li­tà”, il pro­ble­ma è «evi­ta­re che la reces­sio­ne si tra­sfor­mi in una depres­sio­ne pro­lun­ga­ta, aggra­va­ta da un enor­me nume­ro di fal­li­men­ti che lasce­ran­no dan­ni irre­pa­ra­bi­li». Per evi­tar­lo, la sola poli­ti­ca pra­ti­ca­bi­le è «un signi­fi­ca­ti­vo aumen­to del debi­to pub­bli­co».
Que­sta scel­ta è pre­sen­ta­ta al modo del­la That­cher: «Livel­li di debi­to pub­bli­co mol­to più ele­va­ti diven­te­ran­no una carat­te­ri­sti­ca per­ma­nen­te del­le nostre eco­no­mie e andran­no di pari pas­so con misu­re di can­cel­la­zio­ne del debi­to pri­va­to». È inu­ti­le discu­ter­ne: diven­te­ran­no. Non c’è alter­na­ti­va. Pun­to. E sarà un dato per­ma­nen­te. Azze­ra­men­to del debi­to del­le impre­se e del­le ban­che – il “set­to­re pri­va­to” – che ricom­pa­ri­rà tra­sfor­ma­to in debi­to pub­bli­co. Natu­ra­le anche que­sto. Qual è infat­ti il ruo­lo del­lo Sta­to? È “pro­prio quel­lo” di “usa­re” il suo bilan­cio per «pro­teg­ge­re i cit­ta­di­ni [impren­di­to­ri] e l’economia dagli shock di cui il set­to­re pri­va­to non è respon­sa­bi­le».
Note­vo­lis­si­mo! Sia­mo in una cri­si capi­ta­li­sti­ca colos­sa­le. For­se la più gran­de del­la sto­ria del capi­ta­li­smo. Ma di que­sto shock il “set­to­re pri­va­to”, cioè l’insieme del­le ban­che e del­le impre­se, «non è respon­sa­bi­le». Allo­ra chi è respon­sa­bi­le? Il Covid‑19? L’invisibile, il sub­do­lo nemi­co che ha col­pi­to a tra­di­men­to gli inno­cen­tis­si­mi padro­ni del mon­do e dell’Italia? [Sem­bra qui che ci voglia pren­de­re in giro.]
Ci tor­nia­mo. Intan­to pro­ce­dia­mo. E subi­to ci imbat­tia­mo nel­la guer­ra. In que­sti gior­ni Dra­ghi e quel­li del suo ran­go ce l’hanno sul­la pun­ta del­la lin­gua que­sta paro­la infa­me: guer­ra. «Le guer­re – ricor­da Dra­ghi – sono sta­te finan­zia­te con l’aumento del debi­to pub­bli­co». Nel mez­zo di que­sta cri­si sono «il pre­ce­den­te più rile­van­te» che gli cor­re alla men­te. Acca­de lo stes­so al suo gran­de amico/sodale Mat­ta­rel­la. La sola dif­fe­ren­za è che l’uno si rife­ri­sce alla pri­ma, l’altro alla secon­da guer­ra mon­dia­le. San­no di esse­re nel mez­zo di una cata­stro­fe del loro siste­ma socia­le. Sono bor­ghe­si coscien­ti di esser­lo, direb­be Max Weber. E trac­cia­no la via per far usci­re inden­ne la loro clas­se e il loro siste­ma dal­le mace­rie. Maga­ri per­fi­no raf­for­za­to. La cri­si come occa­sio­ne di rigenerazione …
Dun­que: lo Sta­to. Da decen­ni è mes­so sul ban­co degli accu­sa­ti per esse­re inva­den­te, costo­so, eso­so, inef­fi­cien­te, paras­si­ta­rio, cor­rot­to. Ora diven­ta all’improvviso la for­za sal­vi­fi­ca. Deve spen­de­re di più. Deve fare debi­to. Subi­to. Sen­za se e sen­za ma. Ben atten­to, però, a fare un «buon uso del suo bilan­cio». Ok ai sus­si­di di occu­pa­zio­ne e disoc­cu­pa­zio­ne. Pur­ché si trat­ti di bri­cio­le, come quel­le stan­zia­te ieri dal gover­no Con­te. Sono pas­si imme­dia­ti da fare per tam­po­na­re in qual­che modo la cri­si socia­le. Tut­ta­via il “pas­so essen­zia­le” da com­pie­re è un altro: è il gene­ra­le, mas­sic­cio, illi­mi­ta­to «soste­gno imme­dia­to [alle impre­se] in ter­mi­ni di liqui­di­tà».
Come? Per i Pae­si euro­pei, «l’unico modo per poter rag­giun­ge­re ogni sin­go­la cre­pa nell’economia è quel­lo di mobi­li­ta­re la tota­li­tà dei loro siste­mi finan­zia­ri». Le ban­che pos­so­no crea­re dena­ro, sia «con­sen­ten­do lo sco­per­to» alle impre­se, sia «apren­do linee di cre­di­to» anche se man­ca­no garan­zie. Lo fac­cia­no subi­to. E lo fac­cia­no a costo zero. Il super‑banchiere dei super‑banchieri che sug­ge­ri­sce alle ban­che di rom­per­si l’osso del col­lo? Nien­te pau­ra. Scen­de­te appe­na di un paio di righe: «in que­sto modo [le ban­che] diven­ta­no di fat­to vei­co­lo di poli­ti­che pub­bli­che, il capi­ta­le di cui han­no biso­gno per svol­ge­re que­sta atti­vi­tà deve esse­re for­ni­to dai gover­ni, sot­to for­ma di garan­zie sta­ta­li su ogni ulte­rio­re con­ces­sio­ne di linea di cre­di­to o di pre­sti­ti».
Ah, ecco. Ora è tut­to chia­ro. Secon­do Dra­ghi si deve dare un cre­di­to illi­mi­ta­to alle impre­se, alla clas­se capi­ta­li­sti­ca nel suo insie­me, ma a rischio zero per le ban­che. Saran­no i gover­ni, gli sta­ti a tute­la­re ban­che e impre­se. Impren­di­to­ri e ban­chie­ri sal­ve­ran­no in ogni caso pel­le, patri­mo­ni e pote­re per ope­ra del loro Lord pro­tet­to­re: lo stato.

Vado alle con­clu­sio­ni, ras­si­cu­ran­ti: «l’Europa è ben attrez­za­ta», quan­to a strut­tu­ra finan­zia­ria. «Il set­to­re pub­bli­co è for­te e in gra­do di dare una rispo­sta rapi­da» (fra­se a dop­pio sen­so …). Pur­ché si fac­cia pre­sto. «Esi­ta­re ades­so può ave­re con­se­guen­ze irre­ver­si­bi­li». Biso­gna evi­ta­re una pro­lun­ga­ta depres­sio­ne e i suoi affan­ni. «Ci ser­va da moni­to la memo­ria del­le sof­fe­ren­ze degli euro­pei duran­te gli anni Ven­ti». Ci ser­va a chi? Ai ban­chie­ri che le han­no inflit­te alle popo­la­zio­ni di Euro­pa e del mon­do spin­gen­do for­sen­na­ta­men­te ver­so la guer­ra come solu­zio­ne alla gran­de cri­si degli anni 20 e 30? No, ser­va di moni­to a voi che ave­te sof­fer­to, se non vole­te ripe­te­re quell’esperienza. Non met­te­te­vi di tra­ver­so alla “nostra”, dei super‑banchieri, via di sal­vez­za. Altri­men­ti sape­te cosa vi toc­che­rà. Die­tro la “guer­ra al Covid‑19”, com­pa­re la vera guer­ra pro­cla­ma­ta da Dra­ghi & Co.: la guer­ra al lavo­ro, e – in un cer­to sen­so – all’umanità, alla specie.
Scon­ta­tis­si­ma la con­clu­sio­ne sul­la «cau­sa comu­ne» degli euro­pei. Infat­ti, ove doves­se nau­fra­ga­re l’Italia [la paro­la non c’è nel testo], nau­fra­ghe­reb­be l’intera costru­zio­ne euro­pea. Meno scon­ta­to è il ritor­no di un’affermazione in tut­to e per tut­to ideo­lo­gi­ca, cioè fal­si­fi­can­te, fat­ta all’inizio del testo: «La cri­si che stia­mo affron­tan­do non è cicli­ca, la per­di­ta di gua­da­gni non è col­pa di nes­su­no di colo­ro che ne stan­no sof­fren­do». Evi­den­te­men­te Dra­ghi sen­te il biso­gno di ripe­ter­si, inti­man­do: non vi azzar­da­te a dare la col­pa ai capi­ta­li­sti, o al capi­ta­le, al siste­ma del capi­ta­le. Tut­to vie­ne da un impre­ve­di­bi­le virus. E dun­que uni­ti nel­la “guer­ra al virus”!
Super­Ma­rio! Un super‑tutto come Lei ci vuol far bere una spie­ga­zio­ne così pue­ri­le? Mi sen­to pro­vo­ca­to. Per­ché l’individuo pue­ri­le non è. Sem­mai ha rigi­di­tà di figu­ra seni­le. La stes­sa del siste­ma che difen­de. Tut­ta­via sa quel che fa e quel che dice. Pro­va ne sia l’ovazione che ha rac­col­to. Da destra, pure ultra­de­stra. E da man­ca, pure ultra‑manca. Del­le cau­se di que­sta cri­si deva­stan­te è vie­ta­to discu­te­re. In ogni caso va cate­go­ri­ca­men­te esclu­so ogni tipo di respon­sa­bi­li­tà di impren­di­to­ri e ban­chie­ri. Ora biso­gna esse­re ope­ra­ti­vi. Chi que­stio­na sarà trat­ta­to da diser­to­re, disfat­ti­sta, ter­ro­ri­sta, ami­co del nemi­co Covid-19.
Alzo la mano! Inten­do que­stio­na­re. Con­te­sto l’Oracolo degli ora­co­li. Per pru­den­za mi fir­me­rò Junior [più gio­va­ne]. La demo­cra­zia dell’emergenza è una brut­ta bestia. Guai se tra­sgre­di­sci i suoi coman­di. Se un costrut­to­re di ven­ti­la­to­ri pol­mo­na­ri mol­ti­pli­ca per 3, per 4, per 5, il costo del­la sua mer­ce, è avve­nu­to in que­sti gior­ni, nes­sun pro­ble­ma: è il mer­ca­to, bel­lez­za. Ma se ad un grup­po di noi venis­se in men­te, e ci è venu­to in men­te, ci ave­te mes­si in iso­la­men­to e obbli­ga­ti a con­ce­pi­re pen­sie­ri mai avrem­mo imma­gi­na­to di con­ce­pi­re. Dice­vo: se ad un grup­po di noi gio­va­ni venis­se in men­te di mani­fe­sta­re soli­da­rie­tà ai lavo­ra­to­ri in scio­pe­ro con­tro l’ordine con­fin­du­stria­le di tene­re aper­te le fab­bri­che, costi quel che costi agli ope­rai, cele­re, man­ga­nel­la­te e tra­spor­to in que­stu­ra (se va bene).
Quel­lo che ho da dire, però, lo dico lo stes­so. Cer­che­rò ospi­ta­li­tà. E la tro­ve­rò, spero.
Que­sta cri­si è al 100% capi­ta­li­sti­ca. Pro­dot­ta da quel “set­to­re pri­va­to” (banche‑imprese) che gon­fia i pro­pri con­ti, i pro­pri capi­ta­li suc­chian­do il nostro lavo­ro. E che pro­spe­ra anche sul­la nostra disoc­cu­pa­zio­ne. Esat­ta­men­te quel­lo che Lei difen­de, e arma alla guer­ra con­tro di noi, gio­va­ni, gen­te di mez­za età, anzia­ni che dob­bia­mo lavo­ra­re, e non è det­to che riu­scia­mo a tro­va­re lavo­ro, per soprav­vi­ve­re. Que­sto è il pro­ble­ma per mol­ti di noi, che abbia­mo per­so anche i lavo­ret­ti di mer­da, al nero.
Il Covid‑19? L’avete pro­dot­to voi, “set­to­re pri­va­to”. Sven­tran­do ter­re e ter­ri­to­ri alla ricer­ca degli ulti­mi segre­ti che la natu­ra anco­ra rie­sce a nascon­de­re alla vostra avi­di­tà. Impian­tan­do mono­cul­tu­re. Distrug­gen­do l’eco‑diversità. Crean­do l’agricoltura‑business. E alle­va­men­ti mostruo­si. Alte­ran­do for­se in modo irre­ver­si­bi­le il cli­ma con la fol­lia del tra­spor­to pri­va­to, 1 miliar­do due­cen­to milio­ni di auto, e ne sta­te pro­get­tan­do altri 800 milio­ni. Crean­do metro­po­li smi­su­ra­te, fat­te di barac­co­po­li e grat­ta­cie­li, per pro­fit­ta­re al mas­si­mo del­la ren­di­ta urba­na. Lei di sicu­ro cono­sce di per­so­na mol­ti di que­sti pri­va­ti cit­ta­di­ni, anzi: super‑cittadini, auto­ri del­le memo­ra­bi­li impre­se che han­no gene­ra­to il Covid‑19. Altret­tan­to bene cono­sce­rà gli auto­re­vo­li super‑cittadini che da decen­ni han­no demo­li­to un pez­zo dopo l’altro il siste­ma sani­ta­rio che i nostri padri e i nostri non­ni han­no con­qui­sta­to con le loro lot­te. Non era il mas­si­mo. Anche negli anni miglio­ri la pre­ven­zio­ne era scar­sa e sca­den­te, i dirit­ti non era­no per tut­ti e tut­te allo stes­so modo. Ma Lei e i Suoi ami­ci lo ave­te fat­to a pez­zi per quel tan­to che ci garan­ti­va. E ora ci fate assi­ste­re allo spet­ta­co­lo che sareb­be grot­te­sco se non fos­se tra­gi­co di non ave­re let­ti, né medi­ci, né infer­mie­ri, né ven­ti­la­to­ri, né tam­po­ni. Li cer­ca­te di cor­sa di qua e di là, dopo aver­li get­ta­ti via. E in que­sto Lei e il “set­to­re pri­va­to” non c’entrate per nien­te? Tut­ta col­pa dei coro­na­vi­rus? Truc­ca­te per­fi­no i dati dei mor­ti per mini­miz­za­re il vostro cri­mi­ne. Ma qual­che anno fa, se lo ricor­de­rà, il Suo caro ami­co Gior­get­ti sosten­ne che non c’era più biso­gno dei medi­ci di base, e dei pre­si­di sui ter­ri­to­ri, pro­prio quel­li che ser­vi­reb­be­ro per la pre­ven­zio­ne. Ricor­da quan­do un avvol­to­io ridens del Suo giro, Cot­ta­rel­li, pon­ti­fi­ca­va in tv sul­la neces­si­tà di taglia­re gli “spre­chi” nel­la sani­tà pubblica?
Cer­to, cer­to, sie­te solo dei fun­zio­na­ri. Anche Lei che sta così in alto è un sot­to­po­sto. Que­sto l’ho capi­to. Infat­ti sem­bra un robot, una mac­chi­na pro­gram­ma­ta, un com­pu­ter sen­za pen­sie­ro bina­rio. Non sie­te voi a deci­de­re libe­ra­men­te. Sie­te vin­co­la­ti dal­le leg­gi fol­li e schia­vi­sti­che che ser­vi­te. Ma alla gui­da del­la mac­chi­na che cor­re ver­so l’abisso c’eravate e ci sie­te voi. Chi altri, se no? Le vostre bor­se sal­go­no e scen­do­no come impaz­zi­te per­ché non sie­te più sicu­ri, come lo era­va­te fino a ieri, di poter con­cia­re la pel­le a noi e a quel­li meno gio­va­ni di noi per altri decen­ni. Sie­te nudi davan­ti a noi. Respon­sa­bi­li di tut­to ciò che sta avvenendo.
E ora dovrem­mo paga­re noi, per gene­ra­zio­ni, il costo imma­ne di que­sta cata­stro­fe con il debi­to di Sta­to ingi­gan­ti­to al mas­si­mo dai sol­di che vole­te cata­pul­ta­re con gli eli­cot­te­ri sul­le ban­che e sul­le impre­se? Que­sto no. Non basta­no gli inte­res­si usu­ra­ri che gen­te come Lei ha lucra­to in que­sti decen­ni? Solo l’anno scor­so, 60 miliar­di di euro di inte­res­si! Metà del bilan­cio del­la sani­tà ita­lia­na. Basta così! Non paghe­re­mo oltre. Non ci fare­mo met­te­re le cate­ne ai pie­di. Ave­te pre­ci­pi­ta­to tut­ti noi, tut­to il mon­do del lavo­ro nell’incertezza e nel dolo­re. Vedia­mo gen­te come noi che muo­re negli ospe­da­li. Gen­te che non riu­sci­te a rico­ve­ra­re. Altra che non rie­sce a pagar­si il cibo. Ci ave­te fat­to cre­sce­re den­tro una rab­bia che ci divo­ra. I pipi­strel­li por­ta­to­ri del Covid‑19 sono incol­pe­vo­li. Anzi, nono­stan­te tut­to, sono ami­ci per­ché ci avver­to­no del­le vostre deva­sta­zio­ni. Ci han­no fat­to apri­re gli occhi. Tan­te cose non le sape­va­mo, ma ora ci sono chia­re. I “pipi­strel­li” por­ta­to­ri di mor­te sie­te voi!
Ho visto un post, se non sba­glio è del SI Cobas, che pro­po­ne una patri­mo­nia­le “di emer­gen­za” del 10% sul 10% dei più ric­chi d’Italia. 400 miliar­di per fron­teg­gia­re l’emergenza sani­ta­ria, socia­le, eco­no­mi­ca che ave­te pro­dot­to voi del “set­to­re pri­va­to”. Voi capi­ta­li­sti. Voi‑capi­ta­le. Sono rima­sto sor­pre­so. Vi sape­vo ric­chi. Ma non sape­vo che il vostro patri­mo­nio fos­se gigan­te­sco. Mon­ta­gne su mon­ta­gne di lavo­ro ruba­to e accu­mu­la­to. Con­cor­do con loro. Ver­re­mo a pren­der­ce­ne una par­te. Per ora. Vi dare­mo bat­ta­glia. Vi pie­ghe­re­mo. Nel silen­zio spet­tra­le del­le cit­tà matu­ra la più gran­de onda­ta di lot­ta del­la sto­ria. Ovun­que. Il vec­chio spet­tro ritorna.