Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Repressione

Caso Mastrogiovanni, tutti condannati

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Caso Mastrogiovanni, tutti condannati

Saler­no. Medi­ci e infer­mie­ri col­pe­vo­li per la mor­te del mae­stro in Tso


Giu­sep­pe Galzerano

(Pub­bli­ca­to sul sito de il mani­fe­sto)

 

Sei medi­ci e undi­ci infer­mie­ri col­pe­vo­li. 17 per­so­ne con­dan­na­te per la mor­te del mae­stro anar­chi­co Fran­ce­sco Mastro­gio­van­ni, avve­nu­ta nel repar­to di psi­chia­tria dell’ospedale di Val­lo del­la Luca­nia (Sa). Così ha sta­bi­li­to la Cor­te d’Appello di Saler­no alla fine di un lun­go pro­ces­so dura­to due anni e otto gior­ni. Sen­ten­za che ridu­ce le pene dei medi­ci, equi­li­bra le col­pe e le distri­bui­sce anche al per­so­na­le para­me­di­co. Col­po duro per gli undi­ci infer­mie­ri assol­ti nel­la sen­ten­za di pri­mo gra­do emes­sa il 30 otto­bre 2012 dal tri­bu­na­le di Val­lo del­la Luca­nia, men­tre i sei medi­ci era­no sta­ti con­dan­na­ti a pene tra i due e i quat­tro anni di reclusione.
La Cor­te d’Appello di Saler­no nel­la sen­ten­za met­te in pri­ma fila gli infer­mie­ri e con­dan­na Giu­sep­pe Fori­no, Alfre­do Gau­dio, Anto­nio Luon­go, Nico­la Oric­chio e Mar­co Sca­ra­no a un anno e tre mesi di reclu­sio­ne; Maria D’Agostino Ciril­lo, Car­me­la Cor­taz­zo, Anto­nio De Vita, Mas­si­mo Min­ghet­ti, Raf­fae­le Rus­so e Anto­nio Tar­dio ad un anno e due mesi. I medi­ci del repar­to Roc­co Baro­ne e Raf­fae­le Bas­so ven­go­no con­dan­na­ti a due anni; Miche­le Di Genio, pri­ma­rio, a un anno e undi­ci mesi; Ame­ri­go Maz­za e Anna Ange­la Ruber­to ad un anno e die­ci mesi; Miche­le Del­la Pepa a un anno e un mese.
Tut­ti gli impu­ta­ti sono con­dan­na­ti sot­to il vin­co­lo del­la con­ti­nua­zio­ne del rea­to per­ché la loro con­dot­ta pro­trat­ta nel tem­po ha deter­mi­na­to la mor­te di Mastro­gio­van­ni. Ma per la pri­ma vol­ta i giu­di­ci affer­ma­no che non basta ubbi­di­re ad un ordi­ne per non esse­re rite­nu­ti respon­sa­bi­li di un rea­to. Nel­la requi­si­to­ria del 10 apri­le 2015 il Pro­cu­ra­to­re Gene­ra­le Elio Fio­ret­ti ave­va chie­sto pene di quat­tro e cin­que anni per i sei medi­ci e pene di quat­tro e cin­que anni per gli infer­mie­ri. La dr.ssa Mad­da­le­na Rus­so, suben­tra­ta al dr. Fio­ret­ti, nel­la sua bre­vis­si­ma repli­ca di ieri mat­ti­na con­fer­ma le richie­ste del col­le­ga, riba­den­do la respon­sa­bi­li­tà anche degli infermieri.
Fran­ce­sco Mastro­gio­van­ni il 31 luglio 2009 era sta­to sot­to­po­sto ad un trat­ta­men­to sani­ta­rio obbli­ga­to­rio ille­ga­le ordi­na­to dall’allora sin­da­co di Pol­li­ca, Ange­lo Vas­sal­lo, ma ese­gui­to nel ter­ri­to­rio del comu­ne di San Mau­ro Cilen­to, dove Mastro­gio­van­ni tra­scor­re tran­quil­la­men­te le vacan­ze. La sera pri­ma sareb­be entra­to con la mac­chi­na nell’isola pedo­na­le di Accia­ro­li per uscir­ne a fol­le velo­ci­tà, secon­do l’accusa, ma sen­za cau­sa­re dan­ni a nien­te e nes­su­no. Inse­gui­to e brac­ca­to la mat­ti­na suc­ces­si­va entra nel mare di Accia­ro­li dove resta per due ore. Nel frat­tem­po un medi­co, capo­vol­gen­do la nor­ma e asse­con­dan­do la richie­sta del sin­da­co, chie­de il Tso e una dot­to­res­sa, spe­cia­liz­za­ta in medi­ci­na del­lo sport, lo conferma.
Pri­ma di sali­re sull’ambulanza, Mastro­gio­van­ni sup­pli­ca: «Non mi fate por­ta­re all’ospedale di Val­lo del­la Luca­nia, per­ché lì mi ammaz­za­no», ma nes­su­no dà peso alle sue parole.
In ospe­da­le è tran­quil­lo e salu­ta i medi­ci ma dopo mezz’ora vie­ne ordi­na­ta la sua con­ten­zio­ne. Men­tre dor­me è lega­to, mani e pie­di al let­to mani e pie­di. Reste­rà lega­to per 88 ore sen­za man­gia­re né bere. E per sei ore resta lega­to anche una vol­ta mor­to. Sua nipo­te, Gra­zia Ser­ra, va a tro­var­lo, ma un medi­co le vie­ta di entra­re. La mat­ti­na dopo è il sin­da­co di Castel­nuo­vo Cilen­to a tele­fo­na­re alla sorel­la di Mastro­gio­van­ni: «Fran­co non è più con noi», le dice.
La tra­gi­ca mor­te di Mastro­gio­van­ni è docu­men­ta­ta in un lun­go video dispo­ni­bi­le su inter­net che docu­men­ta le atro­ci­tà alle qua­li è sot­to­po­sto per quat­tro gior­ni, sen­za tra­scri­ve­re la con­ten­zio­ne fisi­ca in cartella.
«Si trat­ta di un ver­det­to impor­tan­tis­si­mo che san­zio­na com­por­ta­men­ti di inau­di­ta gra­vi­tà da par­te del per­so­na­le sani­ta­rio», è il com­men­to alla sen­ten­za del pre­si­den­te del­la com­mis­sio­ne Dirit­ti uma­ni del Sena­to, Lui­gi Man­co­ni. Per il segre­ta­rio dei radi­ca­li Ita­lia­ni Ric­car­do Magi, inve­ce, la sen­ten­za «affer­ma il prin­ci­pio per cui la qua­li­fi­ca­zio­ne pro­fes­sio­na­le dell’infermiere e la mani­fe­sta cri­mi­no­si­tà del­la con­di­zio­ne a cui era sta­to ridot­to Fran­co Mastro­gio­van­ni, impon­go­no di con­dan­na­re chi ha assi­sti­to ed aval­la­to con il suo ope­ra­to tut­to ciò sen­za oppor­vi­si».