Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Fascismo, Politica internazionale: America Latina

Il fascismo entra dalla Porta principale

Adunata delle SA a Berlino nel 1933

Il 24 dicem­bre scor­so, un grup­po ter­ro­ri­sti­co auto­de­no­mi­na­to­si “Coman­do Insur­re­zio­na­le Popo­la­re Nazio­na­li­sta del­la Fami­glia Inte­gra­li­sta Bra­si­lia­na”, di ispi­ra­zio­ne neo­fa­sci­sta, ha sfer­ra­to un attac­co con bot­ti­glie molo­tov con­tro l’e­di­fi­cio del­la socie­tà pro­dut­tri­ce del­la popo­la­re serie tele­vi­si­va mes­sa in sce­na dal­la com­pa­gnia di atto­ri “Por­ta dos Fun­dos” (let­te­ral­men­te, “Por­ta poste­rio­re”). L’o­biet­ti­vo del­l’at­ten­ta­to, come emer­ge da un video di riven­di­ca­zio­ne, è quel­la che vie­ne defi­ni­ta “una con­dot­ta bla­sfe­ma, bor­ghe­se e anti­pa­triot­ti­ca” da par­te degli atto­ri, che han­no spes­so rea­liz­za­to sketch su epi­so­di del Van­ge­lo e del­la Bib­bia rein­ter­pre­ta­ti in chia­ve gar­ba­ta­men­te comi­ca. In real­tà, gli atten­ta­to­ri si sono fat­ti por­ta­vo­ce del cli­ma pesan­te­men­te oscu­ran­ti­sta, rea­zio­na­rio e bona­par­ti­sta che aleg­gia sul Bra­si­le nel­l’e­ra del bol­so­na­ri­smo, tan­to che han­no riven­di­ca­to nel video di ave­re con­cre­tiz­za­to una “azio­ne diret­ta rivo­lu­zio­na­ria” con­tro quel­lo che riten­go­no “un attac­co alla fede del popo­lo bra­si­lia­no die­tro lo scher­mo del­la liber­tà d’espressione”.
Pre­sen­tia­mo, tra­dot­ta in ita­lia­no, la bril­lan­te ana­li­si che lo sto­ri­co Feli­pe Demier fa del momen­to che il Bra­si­le sta viven­do – e di cui l’e­pi­so­dio cita­to nel testo costi­tui­sce solo un esem­pio – rea­liz­za­ta gio­can­do con la con­trap­po­si­zio­ne tra la deno­mi­na­zio­ne del­la com­pa­gnia di atto­ri (Por­ta poste­rio­re) e il var­co (la Por­ta prin­ci­pa­le) che il neo­fa­sci­smo si sta apren­do in Brasile.
Buo­na lettura.
La redazione

Il fascismo entra dalla Porta principale


Note sul nuovo terrorismo di destra in Brasile


Feli­pe Demier [*]

 

«Non cre­dia­te che io sia venu­to a por­ta­re pace sul­la terra;
non sono venu­to a por­ta­re pace, ma una spada»
(Mat­teo 10,34)

 

Non sia­mo sot­to un regi­me fasci­sta in Bra­si­le, con­vie­ne sem­pre ricor­dar­lo. Tut­ta­via, ci pare inne­ga­bi­le la cre­sci­ta del­le ten­den­ze bona­par­ti­ste nel­la nostra demo­cra­zia blin­da­ta, i cui blin­da­ti eli­mi­na­no qua­si ogni gior­no vite di neri e di pove­ri[1]. A dispet­to degli abi­tua­li meto­di par­la­men­ta­ri di con­dot­ta poli­ti­ca, così come del­le tra­di­zio­na­li rap­pre­sen­ta­zio­ni poli­ti­che del gran­de capi­ta­le, il pro­ta­go­ni­smo di sfac­cia­ti Bona­par­te in toga e in divi­sa sal­ta agli occhi, e la sua rea­zio­na­ria base socia­le piccolo‑borghese non è diver­sa da quel­la che ha por­ta­to il neo­fa­sci­smo al gover­no alle ulti­me elezioni.

Uni­tà del­la poli­zia mili­ta­re in azio­ne in una fave­la di Rio de Janeiro

Bol­so­na­ro e la sua schie­ra di cava­lie­ri lum­pen san­no di esse­re arri­va­ti al pote­re gra­zie al voto, ma si augu­ra­no di poter­si sba­raz­za­re il più rapi­da­men­te pos­si­bi­le degli incon­ve­nien­ti del regi­me poli­ti­co elet­to­ra­le, agen­do di con­se­guen­za. Il loro pro­get­to è sal­va­re la socie­tà bor­ghe­se per la bor­ghe­sia, ma coi loro modi cruen­ti, roz­zi e ple­bei, che non signi­fi­ca sol­tan­to rea­liz­za­re lo ster­mi­nio dei dirit­ti e di qual­sia­si garan­zia socia­le, ma anche lo ster­mi­nio del­la ragio­ne, del­la scien­za, del­la cul­tu­ra, dell’arte, dell’humour auten­ti­co, dei sin­da­ca­ti indi­pen­den­ti, dei movi­men­ti socia­li, dei par­ti­ti di sini­stra, dell’opposizione in gene­ra­le e, chia­ra­men­te, di mol­te vite di pove­ri, neri e lavo­ra­to­ri. La lumpen‑borghesia neo­fa­sci­sta al gover­no sa che l’unico modo di non esse­re facil­men­te liqui­da­ta dal gran­de capi­ta­le è, oltre a rea­liz­zar­ne il pro­get­to eco­no­mi­co ultra‑neoliberale, esau­di­re gli abiet­ti e nient’affatto segre­ti desi­de­ri degli stra­ti medi rea­zio­na­ri, il cui odio ver­so colo­ro che stan­no in bas­so, l’invidia ver­so gli intel­let­tua­li, il ripu­dio dell’università, l’avversione per l’arte, l’orrore per le let­te­re, la pau­ra dell’humour cri­ti­co e l’idolatria per il pre­si­den­te buf­fo­ne sono tan­to gran­di quan­to la fidu­cia del­la moglie di Mao­met­to per suo marito.
Indub­bia­men­te, è dal seno di que­sta “ari­sto­cra­zia dell’ignoranza” (per ripren­de­re l’attualissima espres­sio­ne di Bal­zac), che spun­ta­no grup­pi dispo­sti ad azio­ni come quel­la che ha col­pi­to la casa pro­dut­tri­ce di “Por­tas dos Fun­dos” alla vigi­lia di Nata­le. Se l’ideologia del fasci­smo sto­ri­co era com­po­sta, come scris­se Tro­tsky, «da tut­te le esa­la­zio­ni pesti­fe­re del­la socie­tà bor­ghe­se in decom­po­si­zio­ne»[2], le idee deli­ran­ti ed eso­te­ri­che che ali­men­ta­no il neo­fa­sci­smo bra­si­lia­no del XXI seco­lo non sem­bra­no esse­re mol­to lon­ta­ne. L’affermazione dell’autoproclamato “Coman­do Insur­re­zio­na­le Popo­la­re Nazio­na­li­sta del­la Fami­glia Inte­gra­li­sta Bra­si­lia­na”, cir­ca un’alleanza tra i gran­di bor­ghe­si amo­ra­li e il “mar­xi­smo cul­tu­ra­le” depra­va­to con­tro la fami­glia tra­di­zio­na­le, asso­mi­glia parec­chio alle teo­rie osten­ta­te dal­le ali più ple­bee, “radi­ca­li” e “anti­ca­pi­ta­li­ste” del nazi­smo tede­sco, in par­ti­co­la­re dal grup­po chia­ma­to degli “stras­se­ri­sti”[3] e dal­le mili­zie para­mi­li­ta­ri Stur­mab­tei­lung (SA), diret­te dall’isterico e para­noi­co Ern­st Röhm, ali com­ple­ta­men­te liqui­da­te nel­la “Not­te dei lun­ghi col­tel­li” del 1934 dal­le Schu­tzstaf­fel (SS), dopo che l’alleanza di Hitler con il gran­de capi­ta­le tede­sco si era consolidata.
In que­sto sen­so, la cosa più pre­oc­cu­pan­te non è la coper­tu­ra e la pro­te­zio­ne agli auto­ri dell’attentato di mar­te­dì scor­so da par­te dei mem­bri del gover­no neo­fa­sci­sta e dei suoi por­ta­vo­ce. È noto, sto­ri­ca­men­te, che il fasci­smo può svi­lup­par­si solo con la com­pli­ci­tà e il con­sen­so di mol­ti set­to­ri dell’apparato sta­ta­le, in par­ti­co­la­re i giu­di­ci, pro­cu­ra­to­ri, la poli­zia, i mini­stri e per­si­no presidenti.
Ciò che real­men­te deve indur­re la sini­stra socia­li­sta e tut­ti i demo­cra­ti­ci a per­ce­pi­re dav­ve­ro il segna­le d’allarme sono il silen­zio e l’omissione cir­ca il nuo­vo ter­ro­ri­smo bra­si­lia­no da par­te del gran­de capi­ta­le e dei suoi tra­di­zio­na­li por­ta­vo­ce. Se le gran­di cor­po­ra­tion capi­ta­li­ste dei mez­zi di comu­ni­ca­zio­ne, come la Glo­bo, sono soli­te limi­ta­re le loro cri­ti­che al gover­no neo­fa­sci­sta attra­ver­so alcu­ni pro­gram­mi comi­ci (mol­to buo­ni, peral­tro), sem­bra pure che – met­ten­do l’accento sull’estetica e la reto­ri­ca di que­sto coman­do inte­gra­li­sta – esse affron­ti­no l’attentato incen­dia­rio a Gré­go­rio Duvi­vier e ai suoi talen­tuo­si ed ere­ti­ci com­pa­gni di Por­ta dos Fun­dos solo dal ver­san­te dell’umorismo. Il carat­te­re grot­te­sco e bur­le­sque dei nuo­vi ter­ro­ri­sti bra­si­lia­ni, che già l’anno scor­so ave­va­no attac­ca­to l’Università Fede­ra­le del­lo Sta­to di Rio de Janei­ro (Uni­rio), sem­bra ser­vi­re da giu­sti­fi­ca­zio­ne per il fat­to che il gesto ter­ro­ri­sti­co non abbia la dovu­ta atten­zio­ne gior­na­li­sti­ca da par­te del capitale.


Il video di riven­di­ca­zio­ne  del­l’at­ten­ta­to da par­te del grup­po terroristico

Die­tro quest’apparente sot­to­va­lu­ta­zio­ne dell’accaduto, tut­ta­via, si nascon­de una ver­go­gno­sa acquie­scen­za allo stes­so da par­te del­la nostra clas­se domi­nan­te, le cui atti­vi­tà e pas­si­vi­tà dal gol­pe del 2016 sono sta­te fon­da­men­ta­li per la cri­si del regi­me democratico‑liberale, il raf­for­za­men­to dei suoi trat­ti bona­par­ti­sti rea­zio­na­ri e la cre­sci­ta espo­nen­zia­le di arma­te neo­fa­sci­ste nel Paese.
Lo stes­so Tro­tsky affer­mò una vol­ta che «la bor­ghe­sia sal­da­men­te instal­la­ta non vede con pia­ce­re … il modo fasci­sta di rea­liz­za­re i suoi obiet­ti­vi, in quan­to gli scon­vol­gi­men­ti, anche se pro­vo­ca­ti per difen­de­re la socie­tà bor­ghe­se, impli­ca­no dei peri­co­li»[4]. Di ori­gi­ne piccolo‑borghese, il fasci­smo sareb­be così, per la clas­se domi­nan­te, l’ultima car­ta, l’ultima scel­ta tra le varie for­me di domi­na­zio­ne poli­ti­ca. Tut­ta­via, men­tre la cri­si eco­no­mi­ca e socia­le si acu­tiz­za e l’egemonia bor­ghe­se scric­chio­la, il fasci­smo, nor­mal­men­te tol­le­ra­to solo epi­so­di­ca­men­te sul­la sce­na poli­ti­ca e non accet­ta­to nei son­tuo­si salot­ti del pote­re se non pas­san­do per la por­ta poste­rio­re, gra­dual­men­te vie­ne accet­ta­to e recla­ma­to dal gran­de capi­ta­le, fino a che quest’ultimo si pie­ga poli­ti­ca­men­te ad esso come modo di garan­ti­re i suoi inte­res­si eco­no­mi­ci. Quan­do la pace degli affa­ri può esse­re otte­nu­ta solo attra­ver­so la guer­ra del­le scia­bo­le, quan­do il dio mer­ca­to può regna­re sol­tan­to gra­zie alla for­za dei sol­da­ti di dio, quan­do la for­tu­na di poche fami­glie può esse­re pre­ser­va­ta uni­ca­men­te con l’ausilio del­la vir­tù dei difen­so­ri del­la fami­glia, e quan­do la sicu­rez­za degli invi­ta­ti in sala da pran­zo può esse­re pre­ser­va­ta solo da colo­ro che a sten­to san­no tene­re in mano le posa­te, la bor­ghe­sia di soli­to non esita.
Così, a giu­di­ca­re dal trat­to con cui la nostra clas­se domi­nan­te ha dise­gna­to i ter­ro­ri­sti che han­no det­to di por­ta­re la “spa­da di dio”, non dovre­mo sor­pren­der­ci se, di qui a poco, il neo­fa­sci­smo, sot­to for­ma di regi­me poli­ti­co, sarà da essa invi­ta­to ad entra­re per la “Por­ta principale”.


Note [tut­te le note sono del traduttore]

[1] I dati uffi­cia­li ci dico­no che sol­tan­to fra gen­na­io e otto­bre di quest’anno 2019 – e nel solo Sta­to di Rio de Janei­ro! – la poli­zia mili­ta­re bra­si­lia­na ha ucci­so 1546 per­so­ne, qua­si tut­te all’interno del­le fave­las e, soprat­tut­to, nere e pove­ris­si­me (“Il tri­ste record di Rio de Janei­ro: 1.546 ucci­si dal­la poli­zia nel­le fave­las”, Avve­ni­re, 27/12/2019, all’in­di­riz­zo https://tinyurl.com/qsvcgk9).
[2] L. Tro­tsky, “La sola via”, in I pro­ble­mi del­la rivo­lu­zio­ne cine­se e altri scrit­ti su que­stio­ni inter­na­zio­na­li, 1924‑1940, Giu­lio Einau­di Edi­to­re, 1970, p. 363.
[3] Con il ter­mi­ne “stras­se­ri­smo” vie­ne defi­ni­ta quel­la cor­ren­te poli­ti­ca, capeg­gia­ta dai fra­tel­li Gre­gor e Otto Stras­ser, che, dall’interno del par­ti­to nazi­sta (Nsdap), ne cri­ti­ca­va “da sini­stra” la poli­ti­ca di allean­ze con gli indu­stria­li e i Jun­ker patro­ci­na­ta da Hitler, denun­cian­do il tra­di­men­to degli ori­gi­na­ri idea­li “socia­li­sti”. Il con­tra­sto sfo­ciò in uno scon­tro aper­to che vide Hitler repri­me­re nel san­gue que­sta ten­den­za deca­pi­tan­do nel­la “Not­te dei lun­ghi col­tel­li” (30 giu­gno 1934) l’intero sta­to mag­gio­re del­le SA, di fat­to esau­to­ran­do­le a van­tag­gio del­le SS, a lui fedeli.
[4] L. Tro­tsky, op. cit., pp. 361 e s.

 

[*] Feli­pe Demier, sto­ri­co, inse­gna all’Università Fede­ra­le Flu­mi­nen­se (Uff) e all’Università Sta­ta­le di Rio de Janei­ro (Uerj). Ha scrit­to diver­si libri, tra cui: O Lon­go Bona­par­ti­smo Bra­si­lei­ro: um ensa­io de inter­pre­tação histó­ri­ca (1930–1964), Mauad, 2013; e Depois do Gol­pe: a dia­lé­ti­ca da demo­cra­cia blin­da­da no Bra­sil, Mauad, 2017.


(Tra­du­zio­ne di Vale­rio Torre)