Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Lotta di classe, Repressione

L’ordine regna a Bussoleno

Un momento dell’arresto di Nicoletta Dosio circondata dalla solidarietà dei compagni

L’ordine regna a Bussoleno


Col­let­ti­vo mar­xi­sta rivo­lu­zio­na­rio “Assal­to al cielo”

 

«“L’ordine regna a Ber­li­no!”, annun­zia trion­fan­te la stam­pa bor­ghe­se, annun­zia­no Ebert e Noske, annun­zia­no gli uffi­cia­li del­le “trup­pe vit­to­rio­se”, che la ple­ba­glia piccolo‑borghese di Ber­li­no accla­ma sven­to­lan­do i faz­zo­let­ti. La glo­ria e l’onore del­le armi tede­sche sono sal­vi di fron­te alla sto­ria mondiale. […]
“L’ordine regna a Var­sa­via!”. “L’ordine regna a Pari­gi!”. “L’ordine regna a Ber­li­no!». Que­sto pro­cla­ma­no a distan­za di mez­zo seco­lo gli annun­zi dei guar­dia­ni dell’“ordine” da un cen­tro all’altro del­la lot­ta sto­ri­co-mon­dia­le. E i “vin­ci­to­ri” in tri­pu­dio non con­si­de­ra­no che un “ordi­ne” che ha biso­gno di esse­re man­te­nu­to con perio­di­ci san­gui­no­si mas­sa­cri, va ine­vi­ta­bil­men­te incon­tro al suo desti­no sto­ri­co, al suo tramonto. […]
“L’ordine regna a Ber­li­no!”. Stu­pi­di sbir­ri! Il vostro “ordi­ne” è costrui­to sul­la sab­bia. Già da doma­ni la rivo­lu­zio­ne “di nuo­vo si erge­rà fra­go­ro­sa­men­te” e per il vostro ter­ro­re annun­ce­rà con clan­go­re di trom­be: io ero, io sono, io sarò!».

Que­ste era­no le paro­le che la gran­de rivo­lu­zio­na­ria Rosa Luxem­burg scris­se sul perio­di­co Die Rote Fah­ne il 14 gen­na­io 1919, un gior­no pri­ma di esse­re assas­si­na­ta insie­me a Karl Lie­b­k­ne­cht dal gover­no “socia­li­sta” tede­sco di Ebert, Schei­de­mann e Noske.
E que­ste paro­le ci sono venu­te in men­te dopo l’arresto di Nico­let­ta Dosio, quan­do la ven­det­ta del putri­do Sta­to bor­ghe­se si è com­piu­ta con l’attiva par­te­ci­pa­zio­ne di una stam­pa per­lo­più ser­vi­le nei con­fron­ti dei pote­ri for­ti, di una sbir­ra­glia che da sem­pre si è con­no­ta­ta, al ser­vi­zio dell’ordine capi­ta­li­sti­co, per l’estrema vio­len­za ai dan­ni del­le clas­si popo­la­ri, di una Pro­cu­ra segna­ta dal­la fero­ce spie­ta­tez­za del Vyšin­skij dei “Pro­ces­si di Mosca”,  e infi­ne di una magi­stra­tu­ra che, men­tre in tut­to il Pae­se sguaz­za negli epi­so­di di cor­ru­zio­ne, si com­pia­ce di met­te­re il pro­prio sigil­lo di con­dan­na, sod­di­sfat­ta del pro­prio ruo­lo di “ermel­li­ni da guar­dia” del capitale.
Ma è una ven­det­ta che non rap­pre­sen­ta cer­to la fine del­la lot­ta con­tro le ingiu­sti­zie e lo sfrut­ta­men­to di un siste­ma di cui la com­pa­gna Nico­let­ta Dosio con­te­sta l’autorità; anzi, costi­tui­sce una tap­pa del­la stra­da che con­dur­rà alla vit­to­ria del pro­le­ta­ria­to su que­sto san­gui­na­rio ordi­ne sociale.
Con la digni­tà che ha mostra­to nell’affrontare a testa alta e col pugno alza­to una pena ingiu­sta che non rico­no­sce, Nico­let­ta indi­ca a tut­ti noi la neces­si­tà di pro­se­gui­re con anco­ra mag­gior ener­gia la lot­ta con­tro il capitalismo.

Nico­let­ta nell’auto dei carabinieri

La foto­gra­fia del suo arre­sto men­tre vie­ne por­ta­ta via dal­la vet­tu­ra dei mili­ta­ri è dav­ve­ro emble­ma­ti­ca: da un lato, la sere­ni­tà con­sa­pe­vo­le del­la giu­stez­za del­le pro­prie ragio­ni del­la nostra com­pa­gna; dall’altro, l’imbarazzo del cara­bi­nie­re di fron­te alla fer­mez­za di Nico­let­ta e alla soli­da­rie­tà dei mili­tan­ti che la cir­con­da­va e  la proteggeva.
Men­tre entra in car­ce­re, Nico­let­ta con­se­gna a tut­ti noi la ban­die­ra del­la lot­ta che il pro­le­ta­ria­to deve con­dur­re fino alla vit­to­ria con­tro la bor­ghe­sia e il suo odio­so sistema.
Sap­pia­mo­ne esse­re degni!

Nico­let­ta libera!