Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Repressione, Sindacato

No alla repressione! Solidarietà a Francesco Giliani!

No alla repressione!
Solidarietà a Francesco Giliani!


Col­let­ti­vo mar­xi­sta rivo­lu­zio­na­rio “Assal­to al cielo”

 

La cit­tà di Mode­na sem­bra esse­re diven­ta­ta l’epicentro del­la rea­zio­ne. Pro­ba­bil­men­te, per­ché in quel­la zona si stan­no con­cen­tran­do alcu­ne fra le più impor­tan­ti lot­te ope­ra­ie d’Italia che stan­no tenen­do in scac­co il padronato.

1. Nel gen­na­io del 2017, nel ten­ta­ti­vo di fer­ma­re una for­te e riu­sci­tis­si­ma mobi­li­ta­zio­ne alla Alcar Uno, di pro­prie­tà del­la fami­glia Levo­ni, la squa­dra mobi­le di Mode­na archi­tet­ta, d’accordo coi padro­ni, una vera e pro­pria “trap­po­la” ai dan­ni di Aldo Mila­ni, coor­di­na­to­re nazio­na­le dei S.I. Cobas, che orga­niz­za i lavo­ra­to­ri in quel­lo sta­bi­li­men­to: una tele­ca­me­ra nasco­sta immor­ta­la l’attimo in cui uno dei tito­la­ri dell’azienda pas­sa una busta con­te­nen­te dei sol­di a un per­so­nag­gio che sta par­te­ci­pan­do alla trat­ta­ti­va sin­da­ca­le al fian­co di Mila­ni. Ma non si trat­ta di un dele­ga­to del S.I. Cobas, ben­sì di un con­su­len­te del­la stes­sa azien­da, che a un cer­to pun­to fa il segno del­le manet­te ai pol­si: è il segna­le che la “trap­po­la” deve scat­ta­re: Aldo Mila­ni vie­ne arre­sta­to con l’accusa di estor­sio­ne. Il rea­to sareb­be con­si­sti­to nel­la garan­zia di pace socia­le all’interno del­lo sta­bi­li­men­to die­tro il ver­sa­men­to di  una “maz­zet­ta”.

La rea­zio­ne dei lavo­ra­to­ri è for­te e imme­dia­ta. Intan­to a Mila­ni vie­ne con­ces­sa la liber­tà prov­vi­so­ria. Duran­te il pro­ces­so il teo­re­ma accu­sa­to­rio del­la Pro­cu­ra, costrui­to sul­le fal­se pro­ve gros­so­la­na­men­te orche­stra­te, si incri­na e scric­chio­la sem­pre di più fino a cade­re del tut­to con l’asso­lu­zio­ne di Aldo con for­mu­la pie­na, per non aver com­mes­so il fatto.

2. Lo scor­so mese di mag­gio, sem­pre a Mode­na, alcu­ni agen­ti in bor­ghe­se irrom­po­no immo­ti­va­ta­men­te nel­la sede del S.I. Cobas e pro­ce­do­no all’altrettanto immo­ti­va­to fer­mo del sin­da­ca­li­sta Mar­cel­lo Pini, trat­te­nu­to in cel­la per alcu­ne ore e al qua­le è sta­to anche seque­stra­to il cel­lu­la­re. Il prov­ve­di­men­to restrit­ti­vo è sta­to poi giu­sti­fi­ca­to “a poste­rio­ri” con la denun­cia a cari­co di Mar­cel­lo per resi­sten­za a pub­bli­co uffi­cia­le e rifiu­to a decli­na­re le pro­prie generalità.

3. Più recen­te­men­te, un mili­tan­te mode­ne­se di Sini­stra Clas­se e Rivo­lu­zio­ne, Fran­ce­sco Gilia­ni, ha rice­vu­to un avvi­so di con­clu­sio­ne del­le inda­gi­ni rela­ti­va­men­te a un pre­sun­to rea­to di dif­fa­ma­zio­ne a cari­co di un diri­gen­te del­la Digos. Qua­le sareb­be la col­pa di Fran­ce­sco? Quel­la di ave­re ricor­da­to, nel cor­so di un comi­zio del 25 apri­le 2019, l’intercettazione tele­fo­ni­ca – che peral­tro era di pub­bli­co domi­nio giac­ché divul­ga­ta dal­la stam­pa – duran­te la qua­le que­sto fun­zio­na­rio del­la Que­stu­ra si van­ta­va con i Levo­ni di ave­re, con l’arresto di Aldo Mila­ni, «deva­sta­to i Cobas a livel­lo nazio­na­le … Come arre­sta­re Lucia­no Lama ai tem­pi del­la Cgil d’oro»[1].

Come si può vede­re da que­sto sus­se­guir­si di even­ti, e come abbia­mo accen­na­to all’inizio di que­sto testo, Mode­na sem­bra esse­re diven­ta­ta l’epicentro del­la rea­zio­ne e tut­ti que­sti epi­so­di sem­bra­no confermarlo.
Così come all’epoca dell’arresto di Aldo Mila­ni il nostro Col­let­ti­vo gli espres­se soli­da­rie­tà, allo stes­so modo sia­mo oggi fra­ter­na­men­te soli­da­li con il com­pa­gno Gilia­ni e la sua organizzazione.

La repres­sio­ne non passerà!


Note

[1] Nel cor­so dell’interrogatorio in tri­bu­na­le, il fun­zio­na­rio ha peral­tro soste­nu­to di non ricor­da­re di esser­si espres­so in quei termini.