Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Guerra in Ucraina, Imperialismo e guerre imperialiste

Il lapsus di Scholz ha svelato il segreto peggio custodito dell’Ucraina

Sin dall’inizio del­la guer­ra che si sta com­bat­ten­do in Ucrai­na, su que­sto stes­so sito si è svi­lup­pa­ta una pole­mi­ca ver­so alcu­ne pic­co­le orga­niz­za­zio­ni che abu­si­va­men­te si richia­ma­no al mar­xi­smo rivo­lu­zio­na­rio, rispet­to alla carat­te­riz­za­zio­ne del con­flit­to. In par­ti­co­la­re, men­tre que­ste ulti­me riten­go­no infon­da­ta­men­te che si trat­ti di una guer­ra di libe­ra­zio­ne nazio­na­le del “popo­lo” ucrai­no con­tro “l’invasore” rus­so (con il corol­la­rio di esi­ge­re dagli impe­ria­li­smi occi­den­ta­li e dal­la Nato l’invio di armi all’Ucraina e l’ovvia con­se­guen­za di dislo­car­si alla loro coda), noi abbia­mo sem­pre soste­nu­to trat­tar­si inve­ce di una “pro­xy war”, cioè di una guer­ra per pro­cu­ra, in cui l’Occidente col­let­ti­vo uti­liz­za la mano­do­pe­ra di Kiev per non esse­re costret­to a com­bat­te­re con pro­prie trup­pe con­tro la Russia.
L’analisi far­ne­ti­can­te con­tro cui abbia­mo pole­miz­za­to è sta­ta scon­fes­sa­ta dal­la real­tà del con­flit­to sin dal pri­mo gior­no, ma in que­ste set­ti­ma­ne – da quan­do cioè l’esercito di Mosca ha defi­ni­ti­va­men­te assun­to l’iniziativa sull’intero fron­te – la dispe­ra­zio­ne del­le can­cel­le­rie sta­tu­ni­ten­se ed euro­pee ha fat­to cala­re il sipa­rio, mostran­do agli occhi del mon­do quel che noi ave­va­mo denun­cia­to sin dal pri­mo giorno.
Pub­bli­chia­mo per­tan­to, tra­dot­to in ita­lia­no, un testo di Andrew Kory­b­ko che fa il pun­to su quan­to sta acca­den­do, e cioè sul­la minac­cia all’umanità inte­ra che il con­flit­to pos­sa esplo­de­re aper­ta­men­te fra poten­ze nuclea­ri a segui­to del­le scon­si­de­ra­te ini­zia­ti­ve dei lea­der occi­den­ta­li, ango­scia­ti per quel­la che è la loro mol­to pro­ba­bi­le scon­fit­ta, e non solo quel­la dell’Ucraina.
Buo­na lettura.
La redazione

Il lapsus di Scholz ha svelato il segreto peggio custodito dell’Ucraina

 

Andrew Kory­b­ko[*]

 

Il segreto peggio custodito di questa guerra per procura è che si tratta già di una guerra calda tra la NATO e la Russia, ma limitata e non dichiarata, in cui entrambe le parti si attengono ancora a "regole di ingaggio" informali.

L’in­si­nua­zio­ne del Can­cel­lie­re tede­sco Scholz secon­do cui Fran­cia e Regno Uni­to avreb­be­ro dispie­ga­to clan­de­sti­na­men­te trup­pe in Ucrai­na per for­ni­re assi­sten­za nel “con­trol­lo di obiet­ti­vi” con­tro le for­ze rus­se ha susci­ta­to una dura rea­zio­ne da par­te dei bri­tan­ni­ci, ma il suo lap­sus ha sem­pli­ce­men­te vuo­ta­to il sac­co sul segre­to peg­gio custo­di­to di que­sta guer­ra per pro­cu­ra. Nes­sun osser­va­to­re one­sto ave­va mai cre­du­to alle pre­ce­den­ti smen­ti­te sul­la pre­sen­za di trup­pe occi­den­ta­li in Ucrai­na, dal momen­to che le trup­pe di Kiev non pote­va­no rea­li­sti­ca­men­te esse­re adde­stra­te ad uti­liz­za­re armi così moder­ne in così poco tempo.
La sua invo­lon­ta­ria rive­la­zio­ne – con­di­vi­sa per spie­ga­re il moti­vo per cui la Ger­ma­nia non invie­rà mis­si­li Tau­rus a lun­go rag­gio in Ucrai­na, non volen­do segui­re l’e­sem­pio degli altri Pae­si con un dispie­ga­men­to clan­de­sti­no di trup­pe – è arri­va­ta poco dopo la scan­da­lo­sa affer­ma­zio­ne del Pre­si­den­te fran­ce­se Macron. Que­sti ha affer­ma­to che, in occa­sio­ne di una riu­nio­ne svol­ta­si a Pari­gi lune­dì 26 feb­bra­io, i lea­der dei Pae­si del­la NATO han­no discus­so se inter­ve­ni­re in manie­ra con­ven­zio­na­le in Ucrai­na, ben­ché non sia sta­to rag­giun­to un accor­do su una que­stio­ne così delicata.
Anche se pra­ti­ca­men­te tut­ti i suoi col­le­ghi han­no nega­to che sia sta­to discus­so un tema del gene­re, il Finan­cial Times ha poi cita­to un ano­ni­mo alto fun­zio­na­rio del­la dife­sa euro­pea che ha con­fer­ma­to sen­za mez­zi ter­mi­ni che «tut­ti san­no che ci sono for­ze spe­cia­li occi­den­ta­li in Ucrai­na: solo che non lo han­no mai rico­no­sciu­to uffi­cial­men­te». Tali affer­ma­zio­ni era­no sta­te fino­ra liqui­da­te come “teo­rie com­plot­ti­ste rus­se”, ma ora si sono rive­la­te natu­ral­men­te come affer­ma­zio­ni di “fat­ti cospi­ra­ti­vi”, con gran­de sor­pre­sa solo degli osser­va­to­ri più diso­ne­sti e ingenui.
Il con­flit­to in Ucrai­na è sem­pre sta­to una guer­ra per pro­cu­ra del­la NATO con­tro la Rus­sia, con­dot­ta con mez­zi ibri­di attra­ver­so l’ex Repub­bli­ca sovie­ti­ca, e que­st’ul­ti­mo svi­lup­po ha rimos­so qual­sia­si “plau­si­bi­le smen­ti­ta” dopo le paro­le appe­na usci­te dal­la boc­ca del lea­der de fac­to del­l’UE. Ciò indu­ce a riva­lu­ta­re il modo in cui è sta­to gesti­to fino a que­sto momen­to il cru­cia­le dilem­ma in mate­ria di sicu­rez­za tra la NATO e la Russia.
Il 24 feb­bra­io 2022 il pre­si­den­te Putin affer­mò, a pro­po­si­to di colo­ro che avreb­be­ro volu­to inter­fe­ri­re con l’o­pe­ra­zio­ne spe­cia­le: «Non impor­ta chi cer­ca di osta­co­lar­ci o di crea­re minac­ce ver­so il nostro Pae­se e il nostro popo­lo, deve sape­re che la Rus­sia rispon­de­rà imme­dia­ta­men­te e le con­se­guen­ze saran­no tali come non ave­te mai visto in tut­ta la vostra sto­ria. A pre­scin­de­re da come si svol­ge­ran­no gli even­ti, noi sia­mo pron­ti. Sono sta­te pre­se tut­te le deci­sio­ni neces­sa­rie al riguar­do. Spe­ro che le mie paro­le ven­ga­no ascol­ta­te».
Col sen­no di poi, il suo avver­ti­men­to mira­va a dis­sua­de­re da un inter­ven­to con­ven­zio­na­le del­la NATO in Ucrai­na del tipo di quel­lo che Macron ha det­to esse­re in discus­sio­ne (anche se in un con­te­sto stra­te­gi­co-mili­ta­re com­ple­ta­men­te diver­so), e quin­di è riu­sci­to in que­sto inten­to. Non volen­do sag­gia­men­te rischia­re la Ter­za Guer­ra Mon­dia­le per un erro­re di cal­co­lo, l’Oc­ci­den­te è inve­ce inter­ve­nu­to clan­de­sti­na­men­te attra­ver­so i suoi ser­vi­zi segre­ti, le sue for­ze spe­cia­li e i suoi “mer­ce­na­ri” (alcu­ni dei qua­li sono pre­su­mi­bil­men­te mili­ta­ri “in con­ge­do” men­tre si reca­no in Ucrai­na come “volon­ta­ri”).
Il Crem­li­no ne è sta­to con­sa­pe­vo­le per tut­to il tem­po, ma a quan­to pare ha con­clu­so che non si trat­ta di un supe­ra­men­to del­la linea ros­sa trac­cia­ta, anche se ciò non signi­fi­ca che sia rima­sto inat­ti­vo men­tre ciò acca­de­va. Piut­to­sto, alcu­ni dei suoi attac­chi mis­si­li­sti­ci di pre­ci­sio­ne con­tro obiet­ti­vi mili­ta­ri e for­ma­zio­ni “mer­ce­na­rie”, come quel­li del­la Fran­cia a fine gen­na­io, sono sta­ti una rispo­sta con­tro colo­ro che non han­no ascol­ta­to l’av­ver­ti­men­to di Putin a non inter­fe­ri­re. Per gesti­re il dilem­ma in mate­ria di sicu­rez­za, la Rus­sia non ha rive­la­to che tra le vit­ti­me vi era­no trup­pe occidentali.
Le noti­zie sul­le loro rea­li iden­ti­tà sono ine­vi­ta­bil­men­te tra­pe­la­te sui social media e in par­ti­co­la­re sui cana­li di blog­ger mili­ta­ri rus­si, ma né Mosca né l’Oc­ci­den­te han­no mai con­fer­ma­to uffi­cial­men­te la loro veri­di­ci­tà. Cio­no­no­stan­te, osser­va­to­ri one­sti han­no ipo­tiz­za­to una cer­ta cre­di­bi­li­tà per il già cita­to moti­vo lega­to alla dif­fi­col­tà di adde­stra­re gli ucrai­ni a uti­liz­za­re armi così moder­ne in un tem­po così bre­ve. Per quan­to riguar­da i “mer­ce­na­ri”, que­sti ave­va­no lo sco­po di rein­te­gra­re le trup­pe mor­te nel “tri­ta­car­ne” e influen­za­re i nuo­vi coscritti.
Il segre­to peg­gio custo­di­to di que­sta guer­ra per pro­cu­ra è che si trat­ta già di una guer­ra cal­da tra la NATO e la Rus­sia, ma limi­ta­ta e non dichia­ra­ta, in cui entram­be le par­ti si atten­go­no anco­ra a “rego­le di ingag­gio” infor­ma­li. Seb­be­ne le trup­pe bri­tan­ni­che, fran­ce­si e pre­su­mi­bil­men­te anche sta­tu­ni­ten­si e di altri Pae­si occi­den­ta­li – alcu­ne del­le qua­li sono dispie­ga­te sul posto come “mer­ce­na­ri” – aiu­ti­no l’U­crai­na a col­pi­re la Rus­sia, il loro obiet­ti­vo è sta­to quel­lo di aste­ner­si dal con­trat­tac­ca­re nel qua­dro del­la NATO. Entram­be le par­ti han­no anche taci­ta­men­te con­cor­da­to di non con­fer­ma­re la pre­sen­za di trup­pe occi­den­ta­li in Ucrai­na, fin­ché Scholz non ha mal­de­stra­men­te vuo­ta­to il sacco.
Ciò sug­ge­ri­sce che la NATO sa che la Rus­sia potreb­be sen­tir­si costret­ta a ricor­re­re alla guer­ra nuclea­re se il bloc­co riven­di­cas­se ciò che le sue trup­pe stan­no facen­do in Ucrai­na, ma dal momen­to che fino­ra ha fat­to fin­ta di nien­te, la Rus­sia stes­sa non ha mani­fe­sta­to alcu­na inten­zio­ne di met­te­re alla pro­va l’Ar­ti­co­lo 5[1].  Que­sto a sua vol­ta scre­di­ta le affer­ma­zio­ni secon­do cui la Rus­sia avreb­be inten­zio­ni aggres­si­ve nei con­fron­ti del­la NATO, dal momen­to che non ammet­te pub­bli­ca­men­te nem­me­no la pos­si­bi­li­tà di uno sce­na­rio di auto­di­fe­sa, nono­stan­te le trup­pe NATO in Ucrai­na sia­no respon­sa­bi­li del­l’uc­ci­sio­ne di trup­pe e anche di civi­li russi.
L’i­ne­di­to dilem­ma in mate­ria di sicu­rez­za tra la NATO e la Rus­sia è quin­di gesti­to dal­la NATO che si astie­ne da un inter­ven­to con­ven­zio­na­le su lar­ga sca­la, dal­la Rus­sia che non si ven­di­ca con la NATO in segui­to agli attac­chi ucrai­ni faci­li­ta­ti dal­l’Oc­ci­den­te con­tro le sue trup­pe e i suoi civi­li, né con­fer­ma la pre­sen­za di trup­pe occi­den­ta­li in Ucrai­na. Que­ste “rego­le di ingag­gio” infor­ma­li fan­no sì che la guer­ra cal­da non dichia­ra­ta sia limi­ta­ta, anche se la Ter­za Guer­ra Mon­dia­le può sem­pre scop­pia­re acci­den­tal­men­te, per cui è neces­sa­rio con­ge­la­re rapi­da­men­te il con­flit­to per ridur­re que­sto rischio.


Note

[1] Il rife­ri­men­to, qui, è all’art. 5 del Trat­ta­to Nato che san­ci­sce la dife­sa col­let­ti­va di ogni sin­go­lo Pae­se ade­ren­te, con la pre­vi­sio­ne anche dell’intervento arma­to dell’intera orga­niz­za­zio­ne con­tro l’aggressore del­lo Sta­to aggre­di­to (N.d.t.).

 

(Tra­du­zio­ne dal­l’in­gle­se di Erne­sto Russo)


[*] Andrew Kory­b­ko è un ana­li­sta poli­ti­co sta­tu­ni­ten­se che vive a Mosca, dove svol­ge un dot­to­ra­to di ricer­ca. Si occu­pa, in par­ti­co­la­re, del­le rela­zio­ni fra la stra­te­gia degli Usa in Afro‑Eurasia e le con­trap­po­ste poli­ti­che di Rus­sia, Cina e India.