L’assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht
Paul Frölich
(Estratto dal libro Rivoluzione e controrivoluzione in Germania. 1918‑1920, Edizioni Pantarei, 2001, pp.119 e ss.)
(…) [Rosa e Karl] furono arrestati dalla milizia civica di Wilmersdorf e consegnati ai loro assassini dell’hotel Eden. Era il pomeriggio del 15 gennaio 1919.
Ancora prima che i prigionieri giungessero all’hotel Eden, dove era installato il quartier generale della divisione dei fucilieri a cavallo della guardia, gli ufficiali avevano deciso di assassinare Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht e avevano già fatto tutti i preparativi. Verso le undici di sera Karl Liebknecht venne fatto uscire dalla porta secondaria dell’albergo, fu colpito alla nuca davanti all’ingresso con il calcio di un fucile e caricato su un’auto che lo trasportò nel Tiergarten[1]. Erano presenti il tenente di vascello Horst von Pflugk-Harttung, il capitano Heinz von Pflugk-Harttung, il tenente von Rittgen, i sottotenenti Liepmann, von Stiege, Schulz e lo Jäger Clemens Friedrich. Pare che l’automobile abbia avuto un guasto vicino al Neuer See, un laghetto del Tiergarten. Liebknecht, morente, fu scaricato dalla vettura, trascinato per qualche metro lungo un vialetto laterale e finito. Il primo colpo gli fu sparato dal tenente di vascello von Pflugk-Harttung. I suoi assassini si disfecero del cadavere lasciandolo a una Rettungsstation (posto di pronto soccorso), dichiarando che era quello di uno sconosciuto trovato per strada.
Poco dopo anche Rosa Luxemburg fu fatta uscire dall’albergo e consegnata dal tenente Vogel allo Jäger Runge che la colpì con il calcio del fucile appena fuori dall’ingresso, facendole perdere i sensi. Rosa fu caricata su un’auto e alcune persone si sedettero accanto a lei. Una di esse la colpì nuovamente al capo con un oggetto contundente, forse una pistola. Poco dopo, era ormai moribonda, il tenente Vogel la finì con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Il suo cadavere fu gettato dal ponte Lichtenstein nel canale Landwehr e fu ritrovato soltanto alla fine di maggio.
Anche allora, non fu consegnato alla giustizia come impone la procedura giudiziaria; Noske, d’accordo con il ministro della Giustizia Landsberg, ordinò infatti di portare la povera spoglia a Zossen, evidentemente per stendere un velo di silenzio sull’omicidio.
Il Vorwärts fu l’unico giornale che annunciasse l’arresto di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht già la mattina del 16 gennaio. Naturalmente tacendo della loro uccisione, benché sia stato accertato che la redazione ne era a conoscenza. La notizia fu ripresa lo stesso giorno dai giornali del pomeriggio: «Liebknecht ucciso mentre tenta la fuga. Rosa Luxemburg linciata dalla folla». Il comando della divisione dei fucilieri a cavallo della guardia – quello degli esecutori materiali dei due omicidi – diffuse un comunicato pieno di falsità per imbrogliare le tracce del delitto e liberare da ogni responsabilità gli aristocratici assassini e i loro complici. Tutta la stampa borghese e socialdemocratica avallò questa sanguinaria menzogna, dando la stura a un viluppo di bugie, manovre di depistaggio e violazioni della legge che fornirono la trama per una serie di vergognose commedie interpretate dalla magistratura. Questi ignobili tentativi fallirono grazie all’instancabile opera di Leo Jogiches che, in collaborazione con una commissione d’indagine voluta dal consiglio centrale e dal consiglio esecutivo di Berlino, portò a galla ogni dettaglio di questo crimine efferato. La ricostruzione che ne fece la Rote Fahne, quando poté riprendere le pubblicazioni, venne più tardi confermata dallo Jäger Runge, l’aiutante boia della masnada degli ufficiali, le cui confessioni furono verbalizzate in prigione il 6 gennaio 19240. Un anno e mezzo più tardi il Vorwärts pubblicò il verbale delle dichiarazioni di Runge, dichiarazioni anche più dettagliate della prima confessione.
Note
[1] Il parco del giardino zoologico, nel centro di Berlino.