Un cerchio nato chiuso
Collettivo Assalto al cielo
«Nun c’è bisogno ’a zingara p’andiviná, Cuncè’ … Comme t’ha fatto mámmeta ’o ssaccio meglio ’e te!»[1].
Così recita il famoso ritornello di una notissima canzone napoletana. L’antica saggezza popolare partenopea aveva ben compreso che le cose chiare ed evidenti non necessitano di particolare indagine per essere inquadrate.
E così, quando la cronaca politica ha dato conto della nascita del fenomeno delle “sardine”, a noi risultò fin troppo palese la natura reazionaria di quel movimento. E ne spiegammo le ragioni in un approfondito articolo pubblicato su questo stesso sito.
Altri compagni, invece, si erano fatti abbindolare dall’indubbia presenza di massa nelle piazze convocate dalle “sardine”, sostenendo la necessità dell’intervento nelle loro manifestazioni per propagandarvi parole d’ordine rivoluzionarie. Addirittura, fecero ricorso alla distorsione di un famoso evento storico pur di coonestare una simile posizione[2]: una posizione che difendeva apertamente una connotazione “progressiva” di quel movimento[3].
Abbiamo polemizzato con loro in quel momento e non è necessario riprendere i termini della polemica politica: non solo perché siamo rimasti convinti della bontà della nostra analisi, ma anche perché – secondo un noto adagio – i fatti hanno la testa dura.
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E l’hanno tanto dura che il più noto esponente delle “sardine”, Mattia Santori, ha annunciato urbi et orbi che è ufficialmente candidato nelle liste del Partito democratico per le prossime elezioni comunali di Bologna. Appunto: «Nun c’è bisogno ’a zingara p’andiviná, Cuncè’ …».
Ah, certo, qualcuno potrebbe dire: “vabbè, si è candidato lui, ma essendo noto che a capo di un movimento progressivo ben può esservi una direzione reazionaria, in questo caso Santori è andato nel Pd mentre il resto delle sardine …”.
Nell’attesa che “il riferimento di classe” dei rivoluzionari faccia breccia nel “resto delle sardine”, registriamo che quella di Santori non è una decisione personale, ma una «scelta che ho condiviso nel comitato esecutivo e che rispecchia una linea nazionale che da tempo stiamo seguendo»[4]. E annotiamo che «questa candidatura darà un indirizzo alle Sardine, non è un caso che tra poche ore dalla pagina di 6000 Sardine annunceremo i candidati diretti o indiretti delle Sardine. È una sorta di chiusura di un cerchio»[5].
E dunque, a beneficio di chi si illudeva sul carattere progressivo del movimento delle sardine, “il cerchio si è chiuso”.
Per noi, invece, era chiuso già la sera stessa del 15 novembre 2019, quando a Bologna nacquero le “sardine”: «Comme t’ha fatto mámmeta ’o ssaccio meglio ’e te!».
Note
[1] «Non c’è bisogno di una zingara per indovinare, Concetta … Come tua madre ti ha fatto lo so meglio di te».
[2] Ci riferiamo alla famosa “Domenica di sangue” del 1905: episodio “liberamente interpretato” da quei compagni, come abbiamo dimostrato nel testo già richiamato.
[3] «Portare tra i giovani il riferimento di classe», annunciava a gran voce uno dei testi che sosteneva una simile lettura. Verrebbe però da chiedersi come mai siffatta posizione non era stata espressa a proposito delle piazze convocate dal primo M5S, che esprimevano temi indubbiamente più vicini alla sinistra, come ad esempio la difesa dell’acqua pubblica o il No‑Tav.
[4] “Bologna, la sardina Santori si candida con il Pd”, Il Corriere della sera, 20/8/2021.
[5] “Comunali: Santori «la mia candidatura darà indirizzo alle Sardine»”, Ansa‑Emilia Romagna, 24/8/2021.