Un anno e quattro mesi dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, presentammo su questo stesso sito un’analisi che esplicitamente non si limitava «ai suoi aspetti militari o geopolitici», ma intendeva esaminare le «ragioni profonde che lo hanno determinato e che stanno producendo tutta una serie di convulsioni a livello globale».
Gli eventi che da allora si sono succeduti, non solo sul campo ma anche nella politica e nell’economia a livello mondiale, nei rapporti fra Stati, nel ridisegno delle aree di influenza, hanno confermato in pieno la nostra lettura. E, a due anni dalle prime operazioni belliche, la riprenderemo, possibilmente ampliandola in un testo più definito che presenteremo prossimamente.
Oggi, invece, vogliamo proprio sottolineare quegli “aspetti militari” che analizzammo solo brevemente nello scritto citato. E lo facciamo pubblicando, tradotto in italiano, un articolo del noto analista geopolitico e militare Brain Berletic: il quale ci racconta l’eclatante vittoria dell’esercito russo sul fronte di Avdeevka (che, dopo la disfatta della tanto attesa controffensiva ucraina dell’estate scorsa, ha rappresentato una cocente sconfitta delle truppe di Kiev e del c.d. “Occidente collettivo”) inquadrandola alla luce dell’ampia superiorità del complesso militare‑industriale di Mosca rispetto a quello occidentale.
Buona lettura.
La redazione
Il “logoramento aggressivo” della Russia fa crollare la fortezza di Avdeevka
Brian Berletic [*]
Il termine “logoramento aggressivo”, coniato dall’analista geopolitico Alexander Mercouris, può essere descritto come una strategia che consiste nel creare deliberatamente e in modo aggressivo dilemmi strategici e politici che costringono un avversario a impegnare grandi quantità di uomini, equipaggiamenti e munizioni in aree operative ben preparate.
La Russia ha impiegato con successo questa strategia lungo la linea di contatto in Ucraina nel corso dell’Operazione militare speciale (“SMO”) iniziata nel febbraio 2022.
La strategia fa parte di un processo a lungo termine di degradazione delle capacità militari ucraine, che soddisfa la componente di “demilitarizzazione” degli obiettivi dichiarati della SMO.
La Russia sta riuscendo a raggiungere questo obiettivo sfruttando il suo grande vantaggio nella produzione industriale militare, creando una maggiore quantità di sistemi di fuoco a lungo raggio rispetto a quelli che l’Ucraina può mettere in campo, e usandoli per colpire e degradare le difese ucraine.
Le forze ucraine sono costrette a subire perdite significative mantenendo queste difese, oppure a ritirarsi. Per ragioni principalmente politiche, l’Ucraina ha sempre deciso di mantenere le difese anche dopo che le forze russe hanno creato aree operative efficaci in cui si svolge un logoramento aggressivo.
Il logoramento aggressivo ha sgretolato la fortezza di Avdeevka
L’esempio più recente è la città di Avdeevka, nel Donetsk, in cui le forze ucraine hanno costruito difese formidabili dal 2014. La fanteria, i corazzati e l’artiglieria russi hanno affrontato le forze ucraine fin dall’inizio dell’SMO, ma con la crescita delle capacità militari russe in quantità e qualità, queste difese ucraine non erano più praticabili.
Nonostante l’estesa rete di trincee, bunker, tunnel e l’uso di edifici residenziali in cemento a più piani e di una vasta zona industriale a nord della città, le forze ucraine hanno iniziato a subire perdite insostenibili.
Quando alle forze ucraine è stato infine ordinato di ritirarsi completamente, la BBC ha riferito che le forze russe superavano le loro controparti ucraine di 10:1.
La Russia ha ottenuto questo risultato sfruttando il suo maggior numero di fanteria e di corazzati, nonché i suoi maggiori volumi di fuoco di artiglieria. Questa include pezzi di artiglieria da 122 e 152 mm, nonché una varietà di sistemi missilistici a lancio multiplo (MLRS) che vanno dai sistemi non guidati a effetto d’area come il BM-21 Grad ai sistemi missilistici a guida satellitare come il Tornado‑S, l’equivalente russo degli HIMARS e degli MLRS M270 di produzione statunitense.
Sebbene l’Ucraina abbia tentato di compensare il suo crescente svantaggio nel fuoco di artiglieria con l’uso di droni kamikaze con visuale in prima persona (FPV), secondo le stesse forze ucraine la Russia ha goduto di un vantaggio di almeno 2:1 in questa capacità ad Avdeevka e dintorni. Oltre ai droni FPV, la Russia impiega droni kamikaze a più lungo raggio, tra cui il Lancet, con un raggio d’azione fino a 40 km, che lo rende un’efficace arma di contro-batteria (anti-artiglieria).
La Russia sta utilizzando altre capacità di fuoco a lungo raggio di cui l’Ucraina non possiede un equivalente, come il complesso di missili balistici a corto raggio Iskander, con una gittata di 500 km, superiore a quella del sistema missilistico tattico dell’esercito statunitense (ATACMS), che ha una gittata di circa 300 km.
La Russia sta anche sfruttando il suo vantaggio nell’aviazione militare e l’uso di un crescente assortimento di bombe plananti che vanno da 250 a 1.500 kg, rilasciate a distanza di sicurezza da ciò che rimane dei sistemi di difesa aerea mobile dell’Ucraina lungo la linea di contatto.
Le bombe plananti più grandi hanno una capacità distruttiva di gran lunga superiore a quella dei proiettili d’artiglieria e persino dei razzi e dei missili, in grado di penetrare nei bunker e di radere al suolo anche i più grandi edifici in cemento armato utilizzati come copertura.
Per difendersi dalle bombe plananti, l’Ucraina ha cercato di spostare i suoi sistemi di difesa aerea meno mobili e a più lungo raggio (Patriot, NASAMS, IRIS‑T) pericolosamente vicino alla linea di contatto. Ciò consente “imboscate” casuali e poco frequenti lungo la linea di contatto, ma non è sufficiente a fornire un’effettiva difesa aerea alla linea di contatto.
Questo perché l’Ucraina ha una carenza critica di sistemi di difesa aerea a lungo raggio. Negli ultimi due anni, la significativa e crescente produzione industriale militare della Russia ha permesso una cadenza costante di attacchi con missili da crociera a lungo raggio e droni kamikaze su obiettivi in tutta l’Ucraina, esaurendo le scorte di intercettori di difesa aerea dell’Ucraina. Questa campagna di attacchi a lungo raggio ha anche preso di mira e distrutto gli stessi sistemi di difesa aerea dell’Ucraina.
Poiché la base industriale militare collettiva dell’Occidente non è in grado di sostituire sufficientemente sia gli intercettori sia i sistemi che li lanciano, la capacità dell’Ucraina di difendere il proprio spazio aereo in generale è stata notevolmente ridotta. Ciò significa anche che i sistemi di difesa aerea a lungo raggio sono troppo pochi per garantire la difesa contro le bombe plananti lungo l’intera linea di contatto.
Una strategia quadridimensionale
Gli analisti occidentali hanno limitato il loro studio del conflitto in corso alle tre dimensioni del qui e ora. Classificano i risultati sul campo di battaglia solo in base ai guadagni territoriali. Poiché il territorio che passa di mano è relativamente poco, gli analisti occidentali concludono che il conflitto è in una situazione di “stallo”. Concludono inoltre che la Russia non ha un potenziale offensivo sufficiente per superare lo stallo, basandosi unicamente sulla mancanza di operazioni offensive russe su larga scala.
Tuttavia, il successo della Russia ad Avdeevka contraddice questa affermazione e dimostra l’impatto che il logoramento aggressivo sta avendo lungo il resto della linea di contatto.
I risultati che si possono ottenere sul campo di battaglia e al di fuori di esso sono numerosi e diversi, e molti di essi possono in ultima analisi influenzare l’esito di un conflitto in corso ben oltre i guadagni o le perdite territoriali.
Il complesso militare industriale russo, già di gran lunga superiore a quello dell’Occidente, continua a crescere sia per quanto riguarda la quantità di armi e munizioni prodotte, sia per quanto riguarda i tipi di capacità messe in campo, come ha recentemente ammesso il Guardian. Sul campo di battaglia, negli ultimi due anni, la Russia ha pazientemente e sistematicamente ridotto le capacità militari ucraine a livelli critici.
È chiaro, soprattutto dopo la sconfitta decisiva dell’offensiva ucraina del 2023, che per la Russia lanciare una propria offensiva in campi minati altrettanto ben preparati e protetti dall’artiglieria a lungo raggio e da una serie di armi corazzate e anticarro sarebbe strategicamente poco saggio. Ridurre queste capacità oggi, modella il campo di battaglia per le operazioni offensive successive.
La strategia russa si articola in più fasi distinte che coprono un arco di tempo. Consiste anche in operazioni più piccole che utilizzano un logoramento aggressivo lungo la linea di contatto in luoghi specifici come Avdeevka, contribuendo a un ciclo cumulativo di logoramento aggressivo contro le forze ucraine in generale. I crolli locali della capacità di combattimento dell’Ucraina stanno contribuendo a una riduzione complessiva molto più ampia delle capacità militari ucraine.
Inevitabilmente, questo processo si tradurrà in «un numero sproporzionato di vittime ucraine, perdite territoriali e flussi di rifugiati. Potrebbe persino portare l’Ucraina a una pace svantaggiosa», come avverte il rapporto della RAND Corporation del 2019, “Extending Russia: Competing from Advantageous Ground”, a proposito dei pericoli derivanti dalla fornitura di aiuti letali all’Ucraina da parte di Washington e dalla conseguente possibilità di provocare un conflitto su larga scala con la Russia.
Se questo è il dilemma in cui si trovano gli Stati Uniti e i loro alleati nel condurre una guerra per procura contro la Russia in Ucraina, un dilemma simile, su scala molto più ampia, si prospetta ai responsabili della politica estera statunitense per quanto riguarda la guerra che cercano di innescare contro la Cina. Purtroppo, gli ambienti della politica estera statunitense sono così assorbiti dalla ricerca del primato degli Stati Uniti che non hanno capito quanto sia irraggiungibile.
[*] Brian Berletic è un ricercatore e scrittore di geopolitica, in particolare per la rivista online New Eastern Outlook. Vive a Bangkok.