Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Guerra in Ucraina

Seppelliti nell’acciaio: produzione militare e guerra per procura della NATO in Ucraina

L'interno di una fabbrica russa di carri armati pesanti (Fonte: https://it.topwar.ru/213985-kto-dast-rossijskoj-armii-bronju.html)

Pre­sen­tia­mo un nuo­vo testo del noto ana­li­sta geo­po­li­ti­co e mili­ta­re Brian Ber­le­tic, il qua­le esa­mi­na le ragio­ni che stan­no alla base del suc­ces­so del­le ope­ra­zio­ni mili­ta­ri del­la Rus­sia in Ucrai­na e che tro­va­no il loro fon­da­men­to nel­la supe­rio­ri­tà del com­ples­so mili­ta­re-indu­stria­le di Mosca rispet­to a quel­lo del­l’Oc­ci­den­te nel suo insie­me: in altri ter­mi­ni, come spie­ga, “la guer­ra si vin­ce nel­le linee di pro­du­zio­ne, piut­to­sto che sul­la linea del fronte”.
Buo­na lettura.
La redazione

Seppelliti nell’acciaio: produzione militare e guerra per procura della NATO in Ucraina


Brian Ber­le­tic [*]

 

Giun­ta al suo ter­zo anno, l’Operazione Mili­ta­re Spe­cia­le (OMS) del­la Rus­sia, pre­ci­pi­ta­ta a par­ti­re dal rove­scia­men­to del gover­no elet­to del­la vici­na Ucrai­na e dal­la suc­ces­si­va mili­ta­riz­za­zio­ne del Pae­se da par­te degli Sta­ti Uni­ti e del resto del­la NATO, sta indub­bia­men­te bene­fi­cian­do dell’immensa base indu­stria­le mili­ta­re russa.

 

I media dell’Occidente col­let­ti­vo, un tem­po pie­ni di sto­rie di armi rus­se sca­den­ti e anti­qua­te che veni­va­no annien­ta­te dal­le “rivo­lu­zio­na­rie” armi del­la NATO, ora pre­sen­ta­no tito­li sul cre­scen­te diva­rio tra la pro­du­zio­ne mili­ta­re rus­sa e l’incapacità del­la NATO di recu­pe­ra­re il ritar­do. Altri tito­li ammet­to­no che le armi del­la NATO, un tem­po decan­ta­te, pre­sen­ta­no caren­ze emer­se nel cor­so degli ulti­mi due anni di combattimenti.

Sep­pel­li­ti nell’acciaio: la pro­du­zio­ne rus­sa di pro­iet­ti­li d’artiglieria e bom­be plananti
Tra que­sti tito­li c’è l’articolo di Sky News di fine mag­gio 2024, “La Rus­sia sta pro­du­cen­do pro­iet­ti­li d’artiglieria cir­ca tre vol­te più velo­ce­men­te degli allea­ti occi­den­ta­li dell’Ucraina e per cir­ca un quar­to del costo”, che ammette:

«La ricer­ca sui pro­iet­ti­li d’artiglieria con­dot­ta da Bain & Com­pa­ny, che si è basa­ta su infor­ma­zio­ni dispo­ni­bi­li al pub­bli­co, ha rile­va­to che le fab­bri­che rus­se dovreb­be­ro pro­dur­re o rin­no­va­re cir­ca 4,5 milio­ni di pro­iet­ti­li d’artiglieria quest’anno, a fron­te di una pro­du­zio­ne com­bi­na­ta di cir­ca 1,3 milio­ni di pro­iet­ti­li nei Pae­si euro­pei e negli Sta­ti Uni­ti».

L’artiglieria è uno dei fat­to­ri più deci­si­vi per i com­bat­ti­men­ti in Ucrai­na. Secon­do il gover­no sta­tu­ni­ten­se e il Coun­cil on Forei­gn Rela­tions, finan­zia­to dal­le mul­ti­na­zio­na­li occi­den­ta­li, in un rap­por­to dell’aprile 2024 inti­to­la­to “Wea­pons of War: The Race Bet­ween Rus­sia and Ukrai­ne” (Armi da guer­ra: la cor­sa tra Rus­sia e Ucrai­na), si osserva:

«L’artiglieria è da seco­li nota come il “re del­la bat­ta­glia”, e que­sto rima­ne in gran par­te vero oggi. Nel­la guer­ra tra Rus­sia e Ucrai­na, il fuo­co dell’artiglieria è respon­sa­bi­le di cir­ca l’80% del­le vit­ti­me di entram­be le par­ti. Ciò ren­de anco­ra più inquie­tan­te il fat­to che negli ulti­mi mesi, dopo il taglio degli aiu­ti sta­tu­ni­ten­si, l’Ucraina sia pas­sa­ta da una situa­zio­ne di infe­rio­ri­tà nume­ri­ca di cin­que a uno nel fuo­co di arti­glie­ria a una di die­ci a uno».

Se l’Ucraina è in infe­rio­ri­tà nume­ri­ca tra 5:1 a 10:1, ciò signi­fi­ca che anche le sue per­di­te riflet­te­ran­no que­sta dispa­ri­tà. Secon­do varie fon­ti occi­den­ta­li, tra cui il Mini­ste­ro del­la Dife­sa bri­tan­ni­co, se la Rus­sia ha subi­to “355.000” per­di­te, allo­ra l’Ucraina ne ha subi­te all’incirca da 5 a 10 vol­te di più, ovve­ro tra 1,7 e 3,5 milio­ni di vit­ti­me ucraine.
Più rea­li­sti­ca­men­te, le per­di­te rus­se si atte­sta­no con mol­ta pro­ba­bi­li­tà a 50.000 con­tro il mez­zo milio­ne di per­di­te ucraine.
Un’altra cre­scen­te area di pre­oc­cu­pa­zio­ne per la NATO e i suoi pro­xy ucrai­ni è l’uso da par­te del­la Rus­sia di bom­be pla­nan­ti a gui­da di pre­ci­sio­ne sgan­cia­te da aerei da guer­ra rus­si al di fuo­ri del rag­gio d’azione di ciò che resta del­le dife­se aeree ucrai­ne, in gra­do di col­pi­re e sman­tel­la­re le for­ti­fi­ca­zio­ni ucrai­ne su una sca­la che nem­me­no l’immenso van­tag­gio dell’artiglieria rus­sa è in gra­do di rag­giun­ge­re[1].

Simu­la­zio­ne del­le moda­li­tà di fun­zio­na­men­to del­le bom­be plananti

La BBC, in un arti­co­lo del­la fine di mag­gio 2024 inti­to­la­to “Le bom­be pla­nan­ti del­la Rus­sia deva­sta­no le cit­tà ucrai­ne a buon mer­ca­to”, ha spiegato:

«La Rus­sia sta usan­do sem­pre più spes­so le “bom­be pla­nan­ti” – ordi­gni eco­no­mi­ci ma alta­men­te distrut­ti­vi – per por­ta­re avan­ti la sua offen­si­va in Ucraina.
Si pen­sa che in una sola set­ti­ma­na ne sia­no sta­te usa­te più di 200 per col­pi­re la cit­tà set­ten­trio­na­le ucrai­na di Vov­chan­sk duran­te l’attuale avan­za­ta tran­sfron­ta­lie­ra del­la Rus­sia vici­no a Kharkiv.
Il pre­si­den­te Volo­dy­myr Zelen­sky ha dichia­ra­to che solo a mar­zo sono sta­te sgan­cia­te 3.000 bom­be di que­sto tipo sul Pae­se».

I ter­ri­fi­can­ti effet­ti del­le bom­be plananti

Seb­be­ne l’Ucraina abbia rice­vu­to l’equivalente sta­tu­ni­ten­se, la Joint Direct Attack Muni­tion (JDAM), con la dimi­nu­zio­ne del nume­ro di aerei da guer­ra e le supe­rio­ri capa­ci­tà rus­se di guer­ra elet­tro­ni­ca (EW), que­sta capa­ci­tà è sta­ta resa irrilevante.
Il Royal Uni­ted Ser­vi­ces Insti­tu­te (RUSI), con sede a Lon­dra, in un rap­por­to del giu­gno 2023 inti­to­la­to “Jam­ming JDAM: The Threat to US Muni­tions from Rus­sian Elec­tro­nic War­fa­re” (Distur­ba­re le JDAM: la minac­cia alle muni­zio­ni sta­tu­ni­ten­si da par­te del­la guer­ra elet­tro­ni­ca rus­sa), ha spie­ga­to dif­fu­sa­men­te le caren­ze del­le muni­zio­ni sta­tu­ni­ten­si e l’improbabilità che gli Sta­ti Uni­ti rie­sca­no a risol­ve­re le sfi­de tec­ni­che per pro­teg­ge­re le bom­be pla­nan­ti sta­tu­ni­ten­si dal distur­bo russo.
Anche se gli Sta­ti Uni­ti fos­se­ro in gra­do di supe­ra­re le capa­ci­tà EW rus­se, il nume­ro di bom­be pla­nan­ti pro­dot­te negli Sta­ti Uni­ti e in Euro­pa rimar­reb­be sem­pre una fra­zio­ne di quel­le uti­liz­za­te dal­la Rus­sia, a cau­sa del­la man­can­za di aerei da guer­ra e di pilo­ti adde­stra­ti in gra­do di lanciarle.

Le “armi mira­co­lo­se” del­la NATO non sod­di­sfa­no le aspettative
Oltre alle JDAM di fab­bri­ca­zio­ne sta­tu­ni­ten­se che non sono riu­sci­te a col­pi­re i ber­sa­gli, anche diver­se altre armi a gui­da di pre­ci­sio­ne tra­sfe­ri­te all’Ucraina si sono scon­tra­te con il distur­bo EW rus­so: tra que­ste il pro­iet­ti­le d’artiglieria Exca­li­bur da 155 mm a gui­da GPS di fab­bri­ca­zio­ne sta­tu­ni­ten­se, il siste­ma di raz­zi a lan­cio mul­ti­plo gui­da­to (GMLRS) spa­ra­to da lan­cia­to­ri HIMARS e M270 e le bom­be di pic­co­lo dia­me­tro di fab­bri­ca­zio­ne sta­tu­ni­ten­se lan­cia­te da ter­ra (GLSDB), anch’esse lan­cia­te da siste­mi HIMARS e M270.
Seb­be­ne que­ste armi sia­no sta­te impie­ga­te con suc­ces­so sul cam­po di bat­ta­glia, la loro effi­ca­cia com­ples­si­va è sta­ta osta­co­la­ta dal­le capa­ci­tà EW rus­se. Poi­ché sono anche for­ni­te in quan­ti­tà infe­rio­ri rispet­to alle muni­zio­ni rus­se equi­va­len­ti, ciò crea un van­tag­gio deci­si­vo per la Russia.
Tra le altre armi “rivo­lu­zio­na­rie” che sono sta­te uti­liz­za­te duran­te i com­bat­ti­men­ti in Ucrai­na ci sono i car­ri arma­ti pesan­ti (MBT) Leo­pard 1 e 2, di fab­bri­ca­zio­ne tede­sca, e il Chal­len­ger 2 MBT di fab­bri­ca­zio­ne bri­tan­ni­ca, entram­bi uti­liz­za­ti duran­te la fal­li­ta offen­si­va ucrai­na del 2023.
Sono sta­ti tra­sfe­ri­ti all’Ucraina anche gli M1 Abrams MBT di fab­bri­ca­zio­ne ame­ri­ca­na. Que­sti non sono sta­ti lan­cia­ti in bat­ta­glia duran­te l’offensiva del 2023 e han­no inve­ce fat­to il loro debut­to sul cam­po duran­te i com­bat­ti­men­ti di quest’anno ad Avdee­v­ka, nei qua­li le for­ze rus­se han­no prevalso.
Le imma­gi­ni e i video degli M1 Abrams in fiam­me sul cam­po di bat­ta­glia han­no dimo­stra­to che non han­no costi­tui­to un’eccezione rispet­to agli altri MBT occi­den­ta­li in Ucraina.

I car­ri arma­ti ame­ri­ca­ni Abrams “bru­cia­no” esat­ta­men­te come le altre armi occidentali

In un recen­te arti­co­lo, la CNN ha inter­vi­sta­to gli equi­pag­gi ucrai­ni che han­no ten­ta­to di uti­liz­za­re gli M1 Abrams, ripor­tan­do la loro fru­stra­zio­ne e delusione.
L’articolo, inti­to­la­to “I sol­da­ti in Ucrai­na dico­no che i car­ri arma­ti for­ni­ti dagli Sta­ti Uni­ti li han­no resi ber­sa­gli degli attac­chi rus­si”, spiega:

«Gli equi­pag­gi adde­stra­ti in Ger­ma­nia han­no det­to che i vei­co­li – il prin­ci­pa­le car­ro arma­to da 10 milio­ni di dol­la­ri dell’esercito ame­ri­ca­no usa­to in Iraq con­tro le for­ze di Sad­dam Hus­sein e gli insor­ti – non han­no una coraz­za in gra­do di fer­ma­re le armi moderne.
“La sua coraz­za non è suf­fi­cien­te in que­sto fran­gen­te”, ha det­to un mem­bro dell’equipaggio dal nome di bat­ta­glia Joker. “Non pro­teg­ge l’equipaggio. In real­tà, oggi que­sta è la guer­ra dei dro­ni. Quin­di ora, quan­do il car­ro arma­to esce, cer­ca­no sem­pre di col­pir­lo”».

Que­sto con­trad­di­ce le affer­ma­zio­ni di ana­li­sti e com­men­ta­to­ri occi­den­ta­li che decan­ta­no la “resi­sten­za” dei vei­co­li blin­da­ti occidentali.
L’articolo par­la anche del­le sfi­de logi­sti­che e di manu­ten­zio­ne dei car­ri arma­ti, che ren­do­no mol­ti di quel­li rima­sti inutilizzabili.
L’articolo ammet­te che:

«… sem­bra­no ave­re anche pro­ble­mi tecnici.
Uno, par­cheg­gia­to sot­to un albe­ro, era qua­si immo­bi­le duran­te la visi­ta del­la CNN, a cau­sa di un pro­ble­ma al moto­re, dico­no i mem­bri dell’equipaggio, nono­stan­te il vei­co­lo fos­se appe­na sta­to spe­di­to dal­la Polo­nia. Si lamen­ta­no anche di come, in caso di piog­gia o neb­bia, la con­den­sa pos­sa frig­ge­re l’elettronica all’interno del vei­co­lo».

La CNN ha anche rife­ri­to che le muni­zio­ni for­ni­te agli equi­pag­gi degli M1 Abrams ucrai­ni era­no desti­na­te alla guer­ra tra car­ri arma­ti, che l’articolo ammet­te esse­re una rari­tà. I car­ri arma­ti ven­go­no inve­ce uti­liz­za­ti come can­no­ni d’assalto per spa­ra­re sul­le posta­zio­ni del­la fan­te­ria, il che signi­fi­ca che un pro­iet­ti­le con esplo­si­vo ad alta poten­za sareb­be più appro­pria­to, ma a quan­to pare non sono sta­ti for­ni­ti in nume­ro sufficiente.
Infi­ne, la CNN ammet­te che l’insuccesso dei car­ri arma­ti M1 Abrams di fab­bri­ca­zio­ne sta­tu­ni­ten­se potreb­be esse­re dovu­to anche al fat­to che l’Ucraina li uti­liz­za in un modo che gli Sta­ti Uni­ti e la NATO non ave­va­no pre­vi­sto, sen­za cioè un suf­fi­cien­te sup­por­to di arti­glie­ria e aereo.
La CNN osser­va che:

«L’equipaggio ucrai­no ha espres­so la pro­pria fru­stra­zio­ne per il fat­to che i car­ri arma­ti sono sta­ti rea­liz­za­ti per uno sti­le di guer­ra NATO, in cui l’aviazione e l’artiglieria pre­pa­ra­no il cam­po di bat­ta­glia pri­ma che car­ri arma­ti e fan­te­ria avan­zi­no. Da tem­po Kiev lamen­ta la man­can­za di arti­glie­ria e di poten­za aerea».

L’Ucraina non ha né l’una né l’altra, ren­den­do par­ti­co­lar­men­te vul­ne­ra­bi­li tut­ti i com­pli­ca­ti, pesan­ti e inaf­fi­da­bi­li car­ri arma­ti occi­den­ta­li tra­sfe­ri­ti alle for­ze ucrai­ne, com­pre­so l’M1 Abrams.

Un risul­ta­to prevedibile
Con­tra­ria­men­te ai mol­ti tito­li gior­na­li­sti­ci occi­den­ta­li che annun­cia­va­no il tra­sfe­ri­men­to di armi occi­den­ta­li all’Ucraina anti­ci­pan­do risul­ta­ti “rivo­lu­zio­na­ri”, il fal­li­men­to dell’hardware sta­tu­ni­ten­se-euro­peo era del tut­to prevedibile.

L’i­co­ni­ca imma­gi­ne del fal­li­men­to del­la tan­to annun­cia­ta con­trof­fen­si­va ucrai­na del giu­gno 2023: car­ri arma­ti e blin­da­ti occi­den­ta­li ridot­ti a un ammas­so di ferraglia

Il mito del­la supe­rio­ri­tà mili­ta­re dell’Occidente si è basa­to inte­ra­men­te su una serie di discre­pan­ze che si sono sus­se­gui­te nel cor­so di decen­ni, in cui gli Sta­ti Uni­ti e i loro allea­ti han­no com­bat­tu­to con­tro nazio­ni con for­ze poco adde­stra­te e scar­sa­men­te equi­pag­gia­te. Seb­be­ne mol­te di que­ste nazio­ni uti­liz­zas­se­ro equi­pag­gia­men­ti mili­ta­ri “sovie­ti­ci” o “rus­si”, que­sti era­no indie­tro di diver­se gene­ra­zio­ni rispet­to allo sta­to dell’arte e veni­va­no uti­liz­za­ti da uni­tà male orga­niz­za­te, inca­pa­ci di sfrut­ta­re gli equi­pag­gia­men­ti al loro pie­no potenziale.
Anche con que­sti nume­ro­si svan­tag­gi, le nazio­ni pre­se di mira dal­le guer­re di aggres­sio­ne sta­tu­ni­ten­si nel cor­so dei decen­ni han­no dimo­stra­to che, alme­no in teo­ria, le armi sta­tu­ni­ten­si ed euro­pee ave­va­no dei limi­ti e sareb­be­ro sta­te vul­ne­ra­bi­li in bat­ta­glia con­tro un avver­sa­rio alla pari o qua­si. Per que­sto moti­vo e per altri fat­to­ri, tra cui le sfi­de rela­ti­ve all’addestramento e alla logi­sti­ca, l’efficacia (o la man­can­za di effi­ca­cia) del­le armi occi­den­ta­li sul cam­po di bat­ta­glia in Ucrai­na era prevedibile.
Il mito del­la supe­rio­ri­tà mili­ta­re occi­den­ta­le è sta­to ora com­ple­ta­men­te infran­to in Ucrai­na, dove le armi occi­den­ta­li si stan­no rive­lan­do affet­te da limi­ti sia quan­ti­ta­ti­vi che qua­li­ta­ti­vi, dan­do alle for­ze rus­se un van­tag­gio deci­si­vo sul cam­po di bat­ta­glia, un van­tag­gio che l’Occidente non è in gra­do di coglie­re da sé.
Il già cita­to arti­co­lo di Sky News, che par­la del vasto e cre­scen­te nume­ro di bom­be pla­nan­ti rus­se, rile­va anche la caren­za di armi for­ni­te dall’Occidente, dovu­ta all’insufficiente pro­du­zio­ne indu­stria­le mili­ta­re in tut­to l’Occidente.
L’articolo inclu­de una sezio­ne inti­to­la­ta “Le fab­bri­che potreb­be­ro vin­ce­re la guer­ra in pri­ma linea”, in cui si ammette:

«L’importanza del­la pro­du­zio­ne di armi e muni­zio­ni è il moti­vo per cui mol­ti esper­ti sosten­go­no che le linee di pro­du­zio­ne del­le fab­bri­che – piut­to­sto che la linea del fron­te — potreb­be­ro esse­re il luo­go in cui si vin­ce­rà la guer­ra in Ucrai­na».

Que­sto riflet­te l’adagio: “I dilet­tan­ti par­la­no di stra­te­gia e i pro­fes­sio­ni­sti di logistica”.
L’articolo spie­ga che i pro­dut­to­ri di armi occi­den­ta­li espan­do­no la capa­ci­tà pro­dut­ti­va solo quan­do ci sono ordi­ni suf­fi­cien­ti. Que­sto mas­si­miz­za i pro­fit­ti, ma a sca­pi­to del­la pron­tez­za. L’espansione del­la pro­du­zio­ne è un pro­ces­so costo­so, che richie­de risor­se e, soprat­tut­to, tempo.
Le impre­se sta­ta­li rus­se pro­dut­tri­ci di armi dan­no prio­ri­tà alla pron­tez­za e man­ten­go­no una capa­ci­tà ecces­si­va indi­pen­den­te­men­te dagli ordi­ni, il che signi­fi­ca che sono in gra­do di aumen­ta­re la pro­du­zio­ne in un perio­do di tem­po rela­ti­va­men­te bre­ve, misu­ra­to in mesi, rispet­to alle fab­bri­che occi­den­ta­li che richie­do­no un anno o più.
È chia­ro che l’attuale cri­si ucrai­na è il risul­ta­to, alme­no in par­te, dell’attenzione a lun­go ter­mi­ne del­la Rus­sia per la pro­du­zio­ne indu­stria­le mili­ta­re e la logi­sti­ca, anni pri­ma del lan­cio dell’Operazione Mili­ta­re Spe­cia­le, con­tro un Occi­den­te col­let­ti­vo la cui guer­ra per pro­cu­ra vie­ne com­bat­tu­ta con armi e una base indu­stria­le mili­ta­re mai pen­sa­ta per ope­ra­re su que­sta sca­la, a que­sta inten­si­tà e per così tan­to tempo.
Se e quan­do l’Occidente col­let­ti­vo com­pi­rà seri sfor­zi per espan­de­re la pro­du­zio­ne indu­stria­le mili­ta­re, la Rus­sia sta già lavo­ran­do con un van­tag­gio plu­rien­na­le. La pro­du­zio­ne col­let­ti­va di pro­iet­ti­li d’artiglieria tra Sta­ti Uni­ti ed Euro­pa, ad esem­pio, dovreb­be espan­der­si tra i 2,5 e i 3 milio­ni di pro­iet­ti­li all’anno tra il 2025 e il 2027. Si trat­ta comun­que di una quan­ti­tà infe­rio­re a quel­la pro­dot­ta attual­men­te dal­la Rus­sia. Entro il 2025‑2027, la Rus­sia avrà qua­si cer­ta­men­te aumen­ta­to ulte­rior­men­te la produzione.
In defi­ni­ti­va, la “vit­to­ria” dell’Ucraina in que­sto con­flit­to non è mai sta­ta un vero obiet­ti­vo dei poli­ti­ci di Washing­ton, Lon­dra e Bru­xel­les. Come ammes­so nel docu­men­to del­la RAND Cor­po­ra­tion del 2019, “Exten­ding Rus­sia”[2], il pia­no è sem­pre sta­to quel­lo di pro­vo­ca­re un costo­so inter­ven­to rus­so in Ucrai­na, per sovrac­ca­ri­ca­re la Rus­sia e pos­si­bil­men­te far­la pre­ci­pi­ta­re in un col­las­so in sti­le Unio­ne Sovie­ti­ca. Il con­flit­to per l’Ucraina, pre­ve­de­va il rap­por­to, «potreb­be pro­dur­re un nume­ro spro­por­zio­na­to di vit­ti­me ucrai­ne, per­di­te ter­ri­to­ria­li e flus­si di rifu­gia­ti. Potreb­be per­si­no por­ta­re l’Ucraina a una pace svan­tag­gio­sa».
Oggi vedia­mo qua­li sono le con­se­guen­ze del­la guer­ra per pro­cu­ra di Washing­ton con la Rus­sia in Ucrai­na: una nazio­ne dell’Europa orien­ta­le, un tem­po in equi­li­brio tra Est e Ove­st, che trae­va van­tag­gio dal fare affa­ri con entram­bi i mon­di, è sta­ta sep­pel­li­ta dall’acciaio rus­so a van­tag­gio di allea­ti che non sono in gra­do e non sono nem­me­no dispo­sti ad assi­ste­re vera­men­te l’Ucraina.
Gran par­te del­la reto­ri­ca che pro­vie­ne dall’Occidente col­let­ti­vo è vol­ta a inco­rag­gia­re l’Ucraina a com­bat­te­re irra­zio­nal­men­te nono­stan­te l’ovvio esi­to dei com­bat­ti­men­ti: un esi­to ben noto già nel 2019. Seb­be­ne nei cuo­ri e nel­le men­ti di mol­ti ucrai­ni sia sta­to deli­be­ra­ta­men­te ali­men­ta­to un odio pro­fon­do con­tro la Rus­sia, il loro vero nemi­co è sem­pre sta­to la lea­der­ship dell’Occidente col­let­ti­vo. La natu­ra mio­pe del­le poli­ti­che occi­den­ta­li, basa­te sull’acquisizione per­pe­tua ma in defi­ni­ti­va inso­ste­ni­bi­le di pro­fit­ti, pote­re e influen­za, ren­de l’Occidente col­let­ti­vo anche il suo peg­gior nemico.
Solo il tem­po ci dirà fino a che pun­to que­sto pro­ces­so auto­di­strut­ti­vo con­ti­nue­rà pri­ma che pre­val­ga un con­si­glio più sag­gio, che ven­ga adot­ta­ta una poli­ti­ca este­ra occi­den­ta­le più appro­pria­ta e che l’Ucraina si sie­da final­men­te al tavo­lo dei nego­zia­ti per por­re fine a una guer­ra che non solo non può vin­ce­re (e che non ci si aspet­ta­va vin­ces­se in pri­mo luo­go), ma che più a lun­go si com­bat­te, meno “Ucrai­na” ci sarà alla fine se si per­met­te­rà che la sua con­clu­sio­ne ven­ga deci­sa inte­ra­men­te sul cam­po di battaglia.
Nel frat­tem­po, la pro­du­zio­ne indu­stria­le mili­ta­re rus­sa con­ti­nua a cre­sce­re. Gra­na­te d’artiglieria, coraz­za­tu­re, mez­zi aerei, bom­be pla­nan­ti, dro­ni, dife­se aeree e mis­si­li di ogni tipo non solo con­ti­nua­no a esse­re pro­dot­ti in quan­ti­tà mag­gio­ri, ma ven­go­no svi­lup­pa­ti per otte­ne­re una qua­li­tà supe­rio­re. In mol­ti casi, l’hardware mili­ta­re rus­so supe­ra le capa­ci­tà del­le sue con­tro­par­ti occi­den­ta­li. Poi­ché è sem­pli­ce­men­te più nume­ro­so, indi­pen­den­te­men­te dal­la qua­li­tà, può sem­pli­ce­men­te “sep­pel­li­re” gli avver­sa­ri sul cam­po di bat­ta­glia con l’acciaio.

 

[*] Brian Ber­le­tic è un ricer­ca­to­re e scrit­to­re di geo­po­li­ti­ca, in par­ti­co­la­re per la rivi­sta onli­ne New Eastern Outlook. Vive a Bangkok.


Note

[1] «Que­ste bom­be distrug­go­no qual­sia­si for­ti­fi­ca­zio­ne. Tut­to si ridu­ce in pol­ve­re dopo un col­po, e i rus­si ne sgan­cia­no cen­ti­na­ia al gior­no», ha rife­ri­to un sol­da­to ucrai­no inter­vi­sta­to da Le Mon­de. Le bom­be pla­nan­ti sono ordi­gni a cadu­ta libe­ra con­ce­pi­ti nel 1954, ma muni­ti ora di un’unità di coda con siste­ma di navi­ga­zio­ne (GPCM) che ha tra­sfor­ma­to la vec­chia bom­ba in un’ar­ma moder­na, poten­te e pre­ci­sa in gra­do, inve­ce che cade­re lun­go una tra­iet­to­ria libe­ra, di pla­na­re su distan­ze fino a 100 km. In tal modo, le for­ze aero­spa­zia­li rus­se pos­so­no effet­tua­re attac­chi este­si sen­za entra­re nel­le zone di dife­sa aerea nemi­che. Que­ste bom­be sono qua­si impos­si­bi­li da inter­cet­ta­re: le dife­se aeree occi­den­ta­li vedo­no solo un pun­to sui loro scher­mi che pre­sto scom­pa­re (N.d.T.).
[2] Abbia­mo par­la­to di que­sto docu­men­to del­la RAND nell’articolo “La Mez­za­not­te del XXI seco­lo” pub­bli­ca­to su que­sto sito (N.d.T.).