L’isteria codista della sinistra rivoluzionaria
I fantasmi del golpe in Venezuela
Valerio Torre
«Quem Iuppiter vult perdere dementat prius» (XVII secolo)
(Giove toglie prima il senno a colui ch’egli vuol mandare in rovina)
È desolante l’approssimazione con cui la sinistra che si richiama al marxismo rivoluzionario avanza le proprie analisi rispetto a quanto sta accadendo in Venezuela dal 23 gennaio scorso, quando lo sconosciuto parlamentare Juan Guaidó si “autoproclamò” presidente ad interim del Paese caraibico. Da allora, ogni minimo frusciar di vento per i nostri “rivoluzionari” e “antimperialisti” costituisce un “golpe”, o al meglio un “tentativo di golpe”. C’è un tentativo di portare viveri e medicinali in una nazione il cui popolo mangia l’immondizia per strada o muore per mancanza di cure a causa delle funeste politiche della sanguinaria dittatura capitalista di Maduro e della sua cricca boliborghese? «Abbasso il golpe! Giù le mani dell’imperialismo dal Venezuela!». Va via la corrente per una settimana in tutto il Paese per colpa della pluriennale mancanza di investimenti nelle centrali elettriche? «È un tentativo di golpe cibernetico orchestrato da Trump!».
Non intendiamo ripetere qui la posizione che al riguardo abbiamo ripetutamente espresso in numerosi articoli pubblicati su questo sito: ai quali perciò rinviamo[1].
Ieri, 30 aprile, è stata il ridicolo pronunciamento di una trentina di soldati con il goffo tentativo di appello di Guaidó alla mobilitazione popolare a suscitare gli isterici strepiti dei nostri “rivoluzionari” e “antimperialisti” contro l’ennesimo “tentativo di colpo di stato”[2]: un “tentativo di golpe” che si è concluso in poche ore con 71 feriti, 25 militari che hanno chiesto asilo politico all’ambasciata del Brasile, e il leader di destra Leopoldo López che, fuggito dagli arresti domiciliari nella speranza di “dirigere” la sollevazione, ha finito per rifugiarsi nell’ambasciata cilena.
È difficile rinvenire nella storia universale un “golpe” così scalcagnato come quello contro cui stanno strepitando i nostri “rivoluzionari” e “antimperialisti”, smentito persino da uno dei dirigenti dell’opposizione di destra, l’ex sindaco di Caracas Antonio Ledezma, che arringando le 300 persone riunitesi in piazza a Madrid a sostegno di Guaidó ha gridato: «Questo non è un colpo di stato!» (The Guardian); mentre il consigliere alla Sicurezza nazionale degli Usa, John Bolton, dichiarava: «Gli Stati Uniti vogliono una transizione pacifica da Maduro a Guaidó. Questa opzione esiste se sufficienti figure del regime, come Padrino, Moreno e Hernández, appoggiano l’opposizione» (Efecto Cocuyo). Dal che si deduce che, poiché costoro continuano a sostenere il regime di Maduro (di cui sono parte integrante ed essenziale), quest’ipotesi non può verificarsi. E, a dispetto della solita litania per cui «tutte le opzioni sono sul tavolo», il rappresentante speciale degli Usa per il Venezuela, Elliott Abrams, ha rivelato che negli ultimi due mesi ci sono stati negoziati tra membri dell’opposizione e uomini di primo piano del regime, come il presidente del Tribunale Supremo, Maikel Moreno, il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, e il capo della guardia presidenziale, Iván Rafael Hernández Dala, per individuare la strada per un’uscita pacifica dal potere di Maduro, e che questi ultimi sarebbero stati d’accordo, salvo ricredersi all’ultimo momento (Cnn). In ciò consigliati dalla Russia, ha aggiunto il Segretario di Stato, Mike Pompeo (Cnn).
Eppure, nonostante la ridicola approssimazione di questo supposto “golpe”[3], abbiamo letto anche in quest’occasione urla e isterici strepiti dei nostri “rivoluzionari” e “antimperialisti”, che ormai sono definitivamente passati nel campo del dittatore Maduro e in difesa del suo regime borghese e corrotto.
E se in un precedente articolo[4] avevamo definito quest’atteggiamento “il 4 agosto della sinistra rivoluzionaria”, oggi non possiamo far altro che tristemente constatare di questa l’irreversibile codismo.
Con buona pace dei principi del marxismo rivoluzionario.
Note
[1] In particolare, rimandiamo al testo “Venezuela: e ora?” e, soprattutto, a “Venezuela: il 4 agosto della sinistra rivoluzionaria”.
[2] Solo a titolo d’esempio, citiamo qui gli articoli “La controrivoluzione alza la testa – Stop al golpe in Venezuela!” e “Venezuela: Guaidó Invoca Il Golpe Militare”.
[3] Un’approssimazione talmente evidente che una coppia di comici russi ha organizzato lo scorso febbraio uno scherzo telefonico a Guaidó. Uno dei due si è fatto passare, imitandone la voce, per il presidente della Confederazione elvetica, chiedendo all’autoproclamato presidente venezuelano di inviargli un’autorizzazione scritta per bloccare presunti (ma inesistenti) attivi finanziari del regime madurista in una altrettanto inesistente banca svizzera, la “Lexus Vovanial Bank Ltd” (storpiatura del nome dei due comici, Lexus e Vován, appunto). Guaidó, tutto gongolante per il ruolo internazionale improvvisamente assunto, non solo ha inviato l’autorizzazione con tanto di sigillo dell’Assemblea nazionale, ma ha addirittura fatto trapelare ai giornali la conversazione intrattenuta col finto presidente svizzero. Allora, i due comici, per non far venire subito alla luce lo scherzo, con lo stesso sistema della voce artefatta del presidente elvetico hanno contattato il rappresentante speciale degli Usa per il Venezuela, Elliott Abrams, lamentandosi con lui della malaccorta iniziativa di Guaidó … E incredibilmente, lo statunitense, un criminale di guerra responsabile delle più efferate politiche degli Usa in Centroamerica, ci è cascato, compenetrandosi nella parte del genitore che avrebbe fatto una bella ramanzina a quel figlioletto tanto discolo da avere avuto la leggerezza di parlare ai giornalisti della sua conversazione col “presidente svizzero”, e assicurando che l’errore non si sarebbe ripetuto (https://tinyurl.com/yxnzr2pz)!
[4] V. nota 1.