Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Polemica, Politica internazionale: America Latina

Venezuela: il 4 agosto della sinistra rivoluzionaria

Venezuela: il 4 agosto della sinistra rivoluzionaria

Il vero gol­pe è nel cam­po del mar­xi­smo rivoluzionario


Vale­rio Torre

 

Indub­bia­men­te, le vicen­de che in que­ste set­ti­ma­ne si stan­no svol­gen­do intor­no al Vene­zue­la costi­tui­sco­no un impor­tan­te tema di discus­sio­ne poli­ti­ca, al cen­tro dei noti­zia­ri d’informazione e ampia­men­te trat­ta­to dai mez­zi di comu­ni­ca­zio­ne. Ma più che altro ci inte­res­sa ripren­der­ne l’esame per­ché, come abbia­mo già avu­to modo di soste­ne­re[1], si trat­ta di un tema che rap­pre­sen­ta uno spar­tiac­que nel cam­po del­la sini­stra, sia ita­lia­na che inter­na­zio­na­le, che ha ormai defi­ni­to il pro­prio cam­po di inter­ven­to poli­ti­co al riguar­do, schie­ran­do­si pra­ti­ca­men­te all’unanimità nel cam­po del­la dife­sa del gover­no Madu­ro e del suo regi­me “tardo‑chavista”.
Nell’articolo segna­la­to alla nota 1 abbia­mo già avu­to modo di sin­te­tiz­za­re le posi­zio­ni di quest’ampio ven­ta­glio del­le for­ze e del­le orga­niz­za­zio­ni del­la sini­stra nazio­na­le e mon­dia­le, tut­te ruo­tan­ti – sia pure con alcu­ne dif­fe­ren­ze tra loro – intor­no al para­dig­ma del “gol­pe” che le poten­ze impe­ria­li­ste e i loro satel­li­ti sta­reb­be­ro met­ten­do in atto per rove­scia­re Madu­ro e instal­la­re al suo posto l’autoproclamato Guai­dó o qual­sia­si altro “burat­ti­no” fun­zio­na­le agli inte­res­si del capi­ta­li­smo mon­dia­le. In tal modo, il cam­po è bell’e pre­pa­ra­to: da una par­te, il legit­ti­mo gover­no – e per di più “socia­li­sta” – di un Pae­se dipen­den­te; dall’altro, il car­tel­lo del­le bor­ghe­sie impe­ria­li­ste del pia­ne­ta con alla testa il per­fi­do pre­si­den­te degli Usa, Trump. E la scel­ta di cam­po, per i nostri “antim­pe­ria­li­sti”, è pre­sto fat­ta: tut­ti insie­me, appas­sio­na­ta­men­te e indi­pen­den­te­men­te da quel­le dif­fe­ren­ze, in dife­sa di Maduro.

Non ci inte­res­sa qui pole­miz­za­re con le for­ze che com­pon­go­no que­sta “san­ta allean­za” richia­man­do­si a ciò che resta del­lo sta­li­ni­smo, al cam­pi­smo, al ros­so­bru­ni­smo, e che han­no nel pro­prio Dna la dife­sa del­le dit­ta­tu­re[2]. Ci inte­res­sa, inve­ce, pole­miz­za­re con le orga­niz­za­zio­ni che, pur rifa­cen­do­si al mar­xi­smo rivo­lu­zio­na­rio, sono, con il soste­gno poli­ti­co ogget­ti­va­men­te dato a Madu­ro, orgo­glio­sa­men­te entra­te nel cam­po che è sta­to feli­ce­men­te defi­ni­to “l’antimperialismo degli idio­ti”[3]: non per amo­re di ste­ri­le con­te­sa ver­ba­le, ma per­ché il loro deli­ran­te appog­gio al regi­me chavista‑madurista impli­ca l’abbandono dei più ele­men­ta­ri prin­ci­pi del mar­xi­smo e ne fa, non l’avanguardia, ma la retro­guar­dia del movi­men­to ope­ra­io inter­na­zio­na­le, appro­fon­den­do ulte­rior­men­te la cri­si del­la sini­stra mondiale.

Gol­pe e inge­ren­ze: una cor­ti­na fumo­ge­na per nascon­de­re la capitolazione
Come abbia­mo det­to, il “col­lan­te” fra que­ste for­ze è il dog­ma dell’esistenza di un gol­pe impe­ria­li­sta, in atto o in pre­pa­ra­zio­ne, con­tro il Vene­zue­la. Abbia­mo spie­ga­to nel testo già richia­ma­to[4] che allo sta­to non c’è alcu­na evi­den­za fat­tua­le di un con­cre­to ten­ta­ti­vo di rove­scia­men­to del gover­no Madu­ro median­te un col­po di sta­to, né di un inter­ven­to mili­ta­re per attuar­lo o favo­rir­lo. Ma, ove ciò non bastas­se, c’è pur sem­pre la dichia­ra­zio­ne uffi­cia­le di uno dei “fal­chi” dell’amministrazione sta­tu­ni­ten­se, il con­si­glie­re alla sicu­rez­za nazio­na­le John Bol­ton, che ha nega­to che sia in pre­pa­ra­zio­ne un inter­ven­to mili­ta­re immi­nen­te, augu­ran­do­si inve­ce una “tran­si­zio­ne paci­fi­ca”[5].
Però – si dice – in ogni caso gli Sta­ti Uni­ti e i loro acco­li­ti capi­ta­li­sti stan­no pur sem­pre attuan­do una for­ma di inge­ren­za negli affa­ri inter­ni del Venezuela.
Il fat­to è che l’argomento del­le “inge­ren­ze” è dav­ve­ro sin­go­la­re. La poli­ti­ca inter­na­zio­na­le non pog­gia for­se sul­le rela­zio­ni con­flit­tua­li o col­la­bo­ra­ti­ve fra Sta­ti? E que­ste rela­zio­ni non deter­mi­na­no for­se un gra­do più o meno accen­tua­to di “inge­ren­za”? Il rap­por­to fra il Vene­zue­la cha­vi­sta e la Rus­sia, la Cina, la Tur­chia, non è for­se un esem­pio del­la “inge­ren­za” che que­sti Sta­ti attua­no ver­so il Pae­se carai­bi­co? O si pen­sa che la col­la­bo­ra­zio­ne da essi offer­ta a Madu­ro sia del tut­to disin­te­res­sa­ta, sen­ti­men­ta­le, uma­ni­ta­ria o per­si­no rea­liz­za­ta a sca­pi­to dei pro­pri stes­si inte­res­si? E non è vero for­se che Rus­sia, Cina, Tur­chia sono Sta­ti capi­ta­li­sti? O si pen­sa for­se che il capi­ta­li­smo di que­sti ulti­mi sia “pro­gres­si­vo”, men­tre quel­lo degli Usa è “rea­zio­na­rio”, sic­ché avrem­mo un’ingerenza pro­gres­si­va e un’altra reazionaria?
E allo­ra – anche que­sto ci è capi­ta­to di leg­ge­re in alcu­ne appas­sio­na­te discus­sio­ni sui social – vie­ne tira­to fuo­ri un altro argo­men­to: quel­lo del­le san­zio­ni[6]. Si sostie­ne che que­ste sono una mostra dell’ingerenza impe­ria­li­sta, per cui occor­re ades­so “met­te­re da par­te tut­te le dif­fe­ren­ze e difen­de­re il gover­no Madu­ro” dall’aggressione capi­ta­li­sta. Si trat­ta, a ben vede­re, di un argo­men­to sug­ge­sti­vo, ma non meno peri­co­lo­so per chi lo avanza.

Ci pia­ce infat­ti ricor­da­re a que­sti appas­sio­na­ti difen­so­ri del regi­me vene­zue­la­no che l’antica Socie­tà del­le Nazio­ni (pre­cur­so­re dell’Onu) deli­be­rò del­le san­zio­ni eco­no­mi­che, seb­be­ne blan­de e comun­que scar­sa­men­te appli­ca­te, con­tro l’Italia fasci­sta in occa­sio­ne dell’aggressione all’Etiopia da par­te di Mus­so­li­ni. E così pure, la stes­sa Onu appro­vò san­zio­ni con­tro il Suda­fri­ca dell’Apartheid, pro­prio allo sco­po di eser­ci­ta­re un’ingerenza fina­liz­za­ta alla cadu­ta del regi­me. Dob­bia­mo allo­ra pen­sa­re che i soste­ni­to­ri di quest’argomento avreb­be­ro in que­sti casi dife­so l’Italia fasci­sta e il Suda­fri­ca raz­zi­sta essen­do scon­ve­nien­te l’ingerenza? In rela­zio­ne a que­sto secon­do caso in par­ti­co­la­re, le san­zio­ni furo­no vara­te per favo­ri­re il movi­men­to anti‑apartheid, che cer­ta­men­te non era un movi­men­to socia­li­sta, ma bor­ghe­se e con un pro­gram­ma bor­ghe­se libe­ra­le. Dob­bia­mo dun­que pen­sa­re che era sba­glia­to impor­le per­ché anda­va­no ad avvan­tag­gia­re un movi­men­to bor­ghe­se? In fin dei con­ti, anche la dire­zio­ne che si è mes­sa alla testa del­le mobi­li­ta­zio­ni con­tro Madu­ro è bor­ghe­se, por­ta avan­ti un pro­gram­ma bor­ghe­se e inten­de fare del Vene­zue­la una demo­cra­zia capi­ta­li­sta non diver­sa da tut­te le altre instal­la­te in Ame­ri­ca Lati­na. E quest’osservazione met­te sul tavo­lo un altro tema che ci dif­fe­ren­zia da que­sta mag­gio­ri­ta­ria sini­stra “antim­pe­ria­li­sta”.

Il disin­te­res­se per le sof­fe­ren­ze del­le mas­se popo­la­ri venezuelane
Il fat­to è che que­sta “chia­ma­ta alle armi” in dife­sa di Madu­ro pre­sup­po­ne – ben­ché non ven­ga det­to espli­ci­ta­men­te – che le mas­se che sono in stra­da a con­te­sta­re il gover­no altro non sia­no che mario­net­te nel­le mani di Trump, il qua­le, come un burat­ti­na­io, le muo­ve­reb­be a suo pia­ci­men­to uti­liz­zan­do “l’utile idio­ta” Guai­dó nel­le vesti di com­pia­cen­te ese­cu­to­re. Le orga­niz­za­zio­ni del­la sini­stra rivo­lu­zio­na­ria che si col­lo­ca­no nel cam­po poli­ti­co del chavismo‑madurismo, dismes­sa l’arma del­la carat­te­riz­za­zio­ne poli­ti­ca attra­ver­so gli stru­men­ti del mar­xi­smo, non dubi­ta­no mini­ma­men­te del­la rea­le natu­ra del regi­me vene­zue­la­no[7], lo con­si­de­ra­no comun­que socia­li­sta, o “socia­li­steg­gian­te”, limi­tan­do­si tal­vol­ta a muo­ve­re solo qual­che blan­da cri­ti­ca al suo indi­riz­zo. Ma stan­no sal­da­men­te nel suo cam­po poli­ti­co. E cioè, rite­nia­mo noi, capi­to­la­no total­men­te a un regi­me nazio­na­li­sta bor­ghe­se che negli ulti­mi vent’anni ha costrui­to (e poi fat­to fal­li­re) un Pae­se capi­ta­li­sta, for­gian­do una nuo­va bor­ghe­sia (la “boli­bor­ghe­sia”), coop­tan­do in un regi­me sostan­zial­men­te di par­ti­to uni­co (il Psuv) e in un siste­ma sin­da­ca­le total­men­te con­trol­la­to dal­lo Sta­to l’enorme mag­gio­ran­za dei set­to­ri di sini­stra, repri­men­do vio­len­te­men­te quel­li che vole­va­no con­ser­va­re una cer­ta auto­no­mia e avan­za­va­no riven­di­ca­zio­ni, sia a livel­lo poli­ti­co che sindacale.
In par­ti­co­la­re, già sot­to la pre­si­den­za Chá­vez si regi­stra­va­no fero­ci repres­sio­ni ai lavo­ra­to­ri (emble­ma­ti­ci furo­no i casi degli ope­rai del­la Sani­ta­ri Mara­cay[8] e del­la Sidor[9]). Non a caso, la stes­sa Costi­tu­zio­ne cha­vi­sta pre­ve­de­va mec­ca­ni­smi (art. 293, 6° com­ma) con cui: si mina­va il dirit­to dei lavo­ra­to­ri di eleg­ge­re i pro­pri rap­pre­sen­tan­ti, dato che il risul­ta­to del­le ele­zio­ni era sog­get­to alla super­vi­sio­ne e al rico­no­sci­men­to di orga­ni sta­ta­li; si nega­va ai sin­da­ca­ti il cui risul­ta­to elet­to­ra­le non era sta­to così rico­no­sciu­to il dirit­to di nego­zia­re con­trat­ti col­let­ti­vi; si affie­vo­li­va il dirit­to dei lavo­ra­to­ri di asso­ciar­si libe­ra­men­te al sin­da­ca­to di loro scel­ta, favo­ren­do inve­ce i sin­da­ca­ti alli­nea­ti al gover­no; si pre­giu­di­ca­va il dirit­to di scio­pe­ro proi­ben­do ver­ten­ze del tut­to legit­ti­me e attuan­do una dura repres­sio­ne con­tro i lavo­ra­to­ri, in par­ti­co­la­re del set­to­re petro­li­fe­ro, col­pi­ti da licen­zia­men­ti di massa.
Sot­to la pre­si­den­za Madu­ro, le poli­ti­che repres­si­ve del gover­no non sono affat­to dimi­nui­te, anzi pre­sen­ta­no nume­ri altis­si­mi. Duran­te le mani­fe­sta­zio­ni del 2017, sono sta­te 143 le mor­ti che han­no col­pi­to par­te­ci­pan­ti alle mani­fe­sta­zio­ni. Nel cor­so del 2018, le fero­ci Faes – un cor­po d’élite espres­sa­men­te volu­to e crea­to da Madu­ro – si sono rese respon­sa­bi­li dell’assassinio di 205 per­so­ne di età com­pre­sa tra i 12 e i 49 anni, mol­te del­le qua­li abi­tan­ti di quar­tie­ri pove­ris­si­mi; tut­ta­via, secon­do l’Osservatorio vene­zue­la­no del­la vio­len­za, fra le 23.000 mor­ti vio­len­te regi­stra­te nel 2018, ben oltre 7.500 sono da attri­bui­re ai cor­pi repres­si­vi del­lo Stato.
Orga­niz­za­zio­ni per i dirit­ti uma­ni cal­co­la­no che dal 1991 alme­no 332 per­so­ne han­no per­so la vita nel cor­so di mani­fe­sta­zio­ni in Vene­zue­la. Di que­ste mor­ti, 82 risal­go­no al perio­do fra il 1991 e il 2012 (pre­si­den­za Chá­vez), men­tre ben 250 si sono veri­fi­ca­te duran­te la pre­si­den­za Madu­ro (dal 2013 ad oggi): si trat­ta, in tut­ta evi­den­za, del segno di una tor­sio­ne rea­zio­na­ria ben più accen­tua­ta da par­te del regi­me, dovu­ta alla mag­gio­re dif­fi­col­tà incon­tra­ta dall’attuale pre­si­den­te nel con­trol­la­re le dina­mi­che di mas­sa sca­te­na­te dal peg­gio­ra­men­to pro­gres­si­vo del­le con­di­zio­ni di vita del­le mas­se popolari.
Per­ché il telo­ne di fon­do su cui si sta dipa­nan­do l’intera vicen­da vene­zue­la­na è segna­to pro­prio dal­la vio­len­ta cri­si eco­no­mi­ca che da anni sta col­pen­do il Pae­se, semi­nan­do fra la popo­la­zio­ne mise­ria, fame, scar­si­tà di ogni tipo di pro­dot­to per la cura per­so­na­le, di medi­ci­na­li, in un com­ples­si­vo qua­dro di inar­re­sta­bi­le ipe­rin­fla­zio­ne, azze­ra­men­to del­la capa­ci­tà pro­dut­ti­va e del­la cre­sci­ta eco­no­mi­ca, altis­si­mi livel­li di cor­ru­zio­ne con il con­se­guen­te svia­men­to di risor­se pub­bli­che e fuga di capitali.
Tut­to ciò ha indot­to oltre tre milio­ni di vene­zue­la­ni a fug­gi­re, dispe­ra­ti, all’estero. Tra quel­li che sono rima­sti nel Pae­se, una buo­na par­te – è irri­le­van­te azzar­da­re nume­ri in un’inutile gara a chi la spa­ra più gros­sa – non tol­le­ra più Madu­ro e il suo regi­me; men­tre un’altra par­te, pro­ba­bil­men­te altret­tan­to gran­de, anco­ra lo appog­gia. Resta il fat­to che l’uno e l’altro set­to­re stan­no viven­do una situa­zio­ne non più soste­ni­bi­le, e che una quo­ta impor­tan­te del­la popo­la­zio­ne scen­de in stra­da a pro­te­sta­re per­ché muo­re let­te­ral­men­te di fame[10]. Non si con­ta­no più le per­so­ne che man­gia­no la spaz­za­tu­ra, o ucci­do­no cani e gat­ti per poter­si nutri­re[11].

Vene­zue­la­ni dispe­ra­ti man­gia­no spaz­za­tu­ra in strada

Chi dice che ciò acca­de a cau­sa del­le san­zio­ni, dice una colos­sa­le scioc­chez­za: le pri­me san­zio­ni, asso­lu­ta­men­te poco inci­si­ve peral­tro, sono sta­te impo­ste dagli Sta­ti Uni­ti – che comun­que ha con­ti­nua­to a com­pra­re il petro­lio vene­zue­la­no – solo a par­ti­re dal secon­do seme­stre del 2017, men­tre l’inizio del­la colos­sa­le cri­si uma­ni­ta­ria che ha col­pi­to il Vene­zue­la risa­le a mol­ti anni addie­tro[12]. Né va sot­ta­ciu­to che Cuba ha sof­fer­to un embar­go sicu­ra­men­te più vio­len­to e, pur essen­do un Pae­se sen­za le risor­se che pos­sie­de il Vene­zue­la, non ha cer­ta­men­te vis­su­to, nono­stan­te le ristret­tez­ze regi­stra­te duran­te il c.d. “Perío­do espe­cial”, una cri­si uma­ni­ta­ria para­go­na­bi­le a quel­la di cui stia­mo par­lan­do[13].

La capi­to­la­zio­ne al nazio­na­li­smo borghese
Ora, di fron­te a que­sto qua­dro, la sini­stra rivo­lu­zio­na­ria che scen­de in dife­sa di Madu­ro e del suo regi­me non spen­de una sola paro­la riguar­do al disa­stro socia­le pro­dot­to dal chavismo‑madurismo. Anzi, lascia sot­tin­ten­de­re che le mas­se che scen­do­no in piaz­za per pro­te­sta­re sono sol­tan­to mario­net­te ete­ro­di­ret­te da Washing­ton: rinun­cia per­ciò a fare qual­sia­si ana­li­si del­la real­tà con gli stru­men­ti del mar­xi­smo, pur di sta­re nel cam­po poli­ti­co di una dit­ta­tu­ra borghese.
Insom­ma, una dram­ma­ti­ca capi­to­la­zio­ne al nazio­na­li­smo bor­ghe­se. In nome di que­sto “antim­pe­ria­li­smo degli idio­ti” si pas­sa­no sot­to silen­zio (e in qual­che caso si giu­sti­fi­ca­no in manie­ra com­pli­ce) la repres­sio­ne ai dan­ni dei lavo­ra­to­ri[14] e del­le mas­se popo­la­ri[15], la mise­ria, la fame e la man­can­za di medi­ci­ne e cure ospe­da­lie­re indot­te dal regi­me. Inve­ce di lavo­ra­re a fon­do con quel­lo che dovreb­be esse­re, nel Vene­zue­la di oggi, il pri­mo com­pi­to dei mar­xi­sti rivo­lu­zio­na­ri, e cioè pro­pa­gan­da­re la neces­si­tà di rom­pe­re ideo­lo­gi­ca­men­te e poli­ti­ca­men­te con il cha­vi­smo, con­tem­po­ra­nea­men­te man­te­nen­do la più com­ple­ta indi­pen­den­za poli­ti­ca rispet­to all’opposizione del­la Mud e di Guai­dó, que­sti “antim­pe­ria­li­sti” difen­do­no un regi­me dit­ta­to­ria­le bor­ghe­se; e così facen­do get­ta­no ulte­rio­re discre­di­to sull’idea stes­sa di socialismo.

Mili­ta­re del­le Faes entra arma­to in un quar­tie­re popo­la­re di Caracas

Già, per­ché aven­do i vene­zue­la­ni per vent’anni iden­ti­fi­ca­to il socia­li­smo col cha­vi­smo, oggi è dav­ve­ro dif­fi­ci­le nel Pae­se carai­bi­co pro­pa­gan­da­re idee socia­li­ste: la clas­se ope­ra­ia vene­zue­la­na è social­men­te disgre­ga­ta e non nutre più alcu­na fidu­cia nel socia­li­smo. Il vero lega­to di Chá­vez è Madu­ro, e il vero lega­to di Madu­ro è Guai­dó alla testa di un movi­men­to di mas­sa. In que­sto sen­so, il chavismo‑madurismo non pote­va ren­de­re un ser­vi­gio miglio­re alla bor­ghe­sia e al suo spi­ri­to revan­sci­sta: la truf­fa poli­ti­ca del “socia­li­smo del XXI seco­lo” si mani­fe­sta oggi in tut­ta la sua natu­ra anti­so­cia­li­sta. Ecco per­ché è gra­vis­si­mo il soste­gno capi­to­la­zio­ni­sta che orga­niz­za­zio­ni che si richia­ma­no al mar­xi­smo rivo­lu­zio­na­rio accor­da­no al regi­me venezuelano.
Ed ecco anche per­ché le roboan­ti dichia­ra­zio­ni rila­scia­te da quel­le orga­niz­za­zio­ni costi­tui­sco­no sol­tan­to un deli­ran­te libro dei sogni, con pro­po­ste total­men­te stac­ca­te dal­la real­tà: si invo­ca­no espro­pria­zio­ni del­le mul­ti­na­zio­na­li sta­tu­ni­ten­si e bri­tan­ni­che, arma­men­to del popo­lo, addi­rit­tu­ra for­ma­zio­ne di soviet, igno­ran­do – o facen­do fin­ta di non sape­re – che Madu­ro non è Lenin, che il Vene­zue­la non è la Rus­sia sovie­ti­ca del 1917, che il regi­me non ha nel­le pro­prie cor­de misu­re del gene­re per la sua stes­sa natu­ra capi­ta­li­sta, che il cha­vi­smo non è una for­ma di socia­li­smo (né ha mai volu­to esser­lo, a dispet­to del­la pro­pa­gan­da), e, in defi­ni­ti­va, che la “Repub­bli­ca boli­va­ria­na” fon­da­ta da Chá­vez altro non è che un Pae­se capi­ta­li­sta (peral­tro fal­li­to), ret­to da una dit­ta­tu­ra borghese.
Il fat­to è che di fron­te al pro­fon­do discre­di­to del socia­li­smo in Vene­zue­la – dovu­to, come det­to, all’equazione con il madu­ri­smo – si ha un bel lan­cia­re paro­le d’ordine tran­si­to­rie sen­za che ci sia­no orga­niz­za­zio­ni mar­xi­ste con peso e inser­zio­ne di mas­sa! Come abbia­mo ripe­tu­ta­men­te segna­la­to, soprat­tut­to in arti­co­li pre­ce­den­ti su que­sto sito, la sini­stra poli­ti­ca e sin­da­ca­le vene­zue­la­na è sta­ta pres­so­ché total­men­te coop­ta­ta all’interno del regi­me cha­vi­sta; men­tre quei set­to­ri che han­no ten­ta­to di costruir­si su basi indi­pen­den­ti, o che han­no fat­to entri­smo all’interno del cha­vi­smo cer­can­do di man­te­ne­re un mini­mo di auto­no­mia, sono di fat­to mar­gi­na­li e non han­no alcun peso di massa.

Rico­strui­re la sini­stra rivoluzionaria
E allo­ra occor­re dire la veri­tà, per quan­to ama­ra essa sia, e non con­tri­bui­re – come stan­no facen­do le orga­niz­za­zio­ni che stia­mo cri­ti­can­do – ad aggra­va­re il dan­no già fat­to in Vene­zue­la. E, cosa ancor più pre­oc­cu­pan­te, accre­scen­do ulte­rior­men­te il pre­giu­di­zio che ne rice­ve l’idea stes­sa di socia­li­smo nel mon­do inte­ro, acuen­do la già dram­ma­ti­ca cri­si del­la sini­stra a livel­lo planetario.
La cri­si vene­zue­la­na rap­pre­sen­ta, in defi­ni­ti­va, un ban­co di pro­va per la sini­stra rivo­lu­zio­na­ria, e non abbia­mo timo­re a dire che que­sta pro­va è fal­li­ta. Non sem­bri esa­ge­ra­to dire che sia­mo di fron­te a un nuo­vo “4 ago­sto”[16]. Abbia­mo addi­rit­tu­ra let­to con rac­ca­pric­cio sui social post di “com­pa­gni” che si dichia­ra­no “orgo­glio­si” del gover­no rea­zio­na­rio, xeno­fo­bo e raz­zi­sta di Sal­vi­ni e Di Maio, per il fat­to che non ha rico­no­sciu­to l’autoproclamato Guai­dó come pre­si­den­te: segno, que­sto, di una dege­ne­ra­zio­ne non sol­tan­to poli­ti­ca, ma addi­rit­tu­ra mora­le, in chi espri­me bestia­li­tà del genere.

A que­sto pun­to, non si trat­ta più solo di rico­strui­re una sini­stra mar­xi­sta in Vene­zue­la, com­pi­to senz’altro impre­scin­di­bi­le. È neces­sa­rio, di fron­te all’ondata rea­zio­na­ria che avan­za dap­per­tut­to, pen­sa­re a rico­struir­la in tut­to il mon­do, par­ten­do da una spie­ta­ta auto­cri­ti­ca degli enor­mi erro­ri com­mes­si, di cui que­sto del soste­gno al chavismo‑madurismo è solo l’ultimo.
La capi­to­la­zio­ne del­la sini­stra rivo­lu­zio­na­ria in Vene­zue­la chia­ma noi tut­ti a una respon­sa­bi­li­tà enor­me. Se non sare­mo capa­ci di dare una rispo­sta, la vit­to­ria del­la rea­zio­ne spie­ghe­rà i suoi nefa­sti effet­ti per mol­to tem­po ancora.


Note

[1] V. Tor­re, “Vene­zue­la: e ora?”.
[2] Si veda, ad esem­pio, lo spie­ga­men­to di que­ste orga­niz­za­zio­ni in dife­sa del regi­me siria­no di Assad.
[3] L. Al‑Shami, “The ‘anti-impe­ria­li­sm’ of idio­ts”, Leila’s blog, 14/4/2018.
[4] V. nota 1.
[5] “EE. UU. descar­ta una inter­ven­ción mili­tar inmi­nen­te en Vene­zue­la”, NTN 24, 1/2/2019. In ogni caso, nel deci­de­re l’invasione, Trump dovreb­be fare i con­ti con l’opposizione che tro­ve­reb­be in par­la­men­to: “Why I stron­gly oppo­se U.S. inter­ven­tion in Vene­zue­la”, The Washing­ton Post, 30/1/2019.
[6] Gio­va evi­den­zia­re che il capi­ta­li­smo sta­tu­ni­ten­se, più atten­to ai pro­fit­ti che alle avven­tu­re bel­li­che di Donald Trump, ha mostra­to la sua con­tra­rie­tà all’embargo al Vene­zue­la, met­ten­do in luce i dan­ni che ne ver­ran­no all’economia nazio­na­le e, ovvia­men­te, alle pro­prie tasche: “Ame­ri­can refi­ne­ries will feel the unin­ten­ded con­se­quen­ces of Trum­p’s Vene­zue­la crac­k­do­wn”, CNN Busi­ness, 29/1/2019.
[7] Ricor­dia­mo che nell’articolo “Vene­zue­la: l’agonia di un’illusione” abbia­mo carat­te­riz­za­to quel­lo chavista‑madurista come un regi­me nazio­na­li­sta bor­ghe­se, inqua­dran­do­lo nel­la tipo­lo­gia del bona­par­ti­smo sui gene­ris ela­bo­ra­ta da Tro­tsky, e in par­ti­co­la­re nel­la sua ver­sio­ne “rea­zio­na­ria”.
[8] “Bru­tal repre­sión a los tra­ba­ja­do­res de Sani­ta­rios Mara­cay”, Estra­te­gia Inter­na­cio­nal, 26/4/2007.
[9] “Chá­vez: repre­sión a los obre­ros de Sidor, nego­cios para Techint”, La Ver­dad Obre­ra, 27/3/2008.
[10] Le prin­ci­pa­li Uni­ver­si­tà vene­zue­la­ne han­no rea­liz­za­to un’indagine sul­le con­di­zio­ni di vita (Enco­vi, da cui è risul­ta­to che nel 2017 la pover­tà è cre­sciu­ta fino al 87%, con un aumen­to del­la pover­tà estre­ma dal 51,5% del 2016 al 61,2% dell’anno suc­ces­si­vo. Lo stu­dio pone in evi­den­za la colos­sa­le pol­ve­riz­za­zio­ne del­la clas­se media in ter­mi­ni eco­no­mi­ci, men­tre emer­ge che nove vene­zue­la­ni su die­ci non pos­so­no pagar­si l’alimentazione quo­ti­dia­na. Inol­tre, secon­do l’indagine, il 64% del­la popo­la­zio­ne ha per­so in media undi­ci chi­lo­gram­mi di peso cor­po­reo nel cor­so di un anno.
[11] “Comer basu­ra: el últi­mo recur­so de los vene­zo­la­nos para no morir de ham­bre”, Info­bae, 15/4/2018.
[12] Per una pano­ra­mi­ca sul­le cau­se del­la cri­si in Vene­zue­la è uti­le rife­rir­si a M. Suther­land, “La guer­ra eco­nó­mi­ca es la excu­sa para tapar una mala admi­ni­stra­ción”, Alem­ci­fo, 2/10/2018. Si veda anche, del­lo stes­so auto­re e sem­pre su que­sto sito, “La rovi­na del Vene­zue­la non è dovu­ta al «socia­li­smo» o alla «rivo­lu­zio­ne»”.
[13] Il discor­so, rispet­to a que­sto tema sareb­be lun­go ed esu­la dall’argomento in esa­me. Rin­via­mo, però, al nostro arti­co­lo, sem­pre su que­sto sito, “Cuba: dal­la rivo­lu­zio­ne alla restau­ra­zio­ne”.
[14] Pochi gior­ni fa, quin­di­ci lavo­ra­to­ri dell’impresa elet­tri­ca sta­ta­le Cor­poE­lec, rei di ave­re orga­niz­za­to (fuo­ri dell’orario di lavo­ro!) una pro­te­sta per aumen­ti sala­ria­li e miglio­ri con­di­zio­ni di lavo­ro, sono sta­ti licen­zia­ti. Indub­bia­men­te, una misu­ra da Pae­se “socia­li­sta”!
[15] Subi­to dopo le pro­te­ste del 23 gen­na­io scor­so, mili­ta­ri del fero­ce cor­po del­le Faes sono entra­ti con blin­da­ti nel pove­ris­si­mo quar­tie­re di Cara­cas, “José Félix Ribas”, una vol­ta feu­do cha­vi­sta e han­no attua­to una vio­len­ta repres­sio­ne ai dan­ni degli abi­tan­ti, rei di aver par­te­ci­pa­to alle mani­fe­sta­zio­ni con­vo­ca­te da Guai­dó. L’operazione ha avu­to un sal­do di alme­no die­ci mor­ti e una doz­zi­na di arre­sti, per­so­ne por­ta­te via incap­puc­cia­te. La noti­zia, data con mol­ti det­ta­gli dall’agen­zia Reu­ters (“Poli­cía casti­ga a crí­ti­cos de Madu­ro en zona pobre de Vene­zue­la”, 3/2/2019, è sta­ta ripre­sa per­si­no dal sito “Apor­rea”, di sim­pa­tie chaviste.
[16] Il rife­ri­men­to, qui, è alla data del­la ver­go­gno­sa capi­to­la­zio­ne del­la social­de­mo­cra­zia tede­sca che, il 4 ago­sto 1914, votò i cre­di­ti di guer­ra spa­lan­can­do le por­te al pri­mo con­flit­to mondiale.